PAKISTAN – (29 Settembre 2016)

Pakistan, l’educazione all’odio contro i cristiani

di Leone Grotti

29-09-2016 
 
 
Pakistan, indottrinamento

La vita di Musa Atique, cristiano pakistano di 43 anni, insegnante nella scuola elementare statale di Kot Radha Kishan (Punjab), è cambiata a inizio anno, quando si è ritrovato per caso ad ascoltare che cosa veniva insegnato agli alunni durante l’ora obbligatoria di Corano e preghiere islamiche.

Due professori musulmani stavano spiegando che i cristiani sono «infedeli, sostenitori degli ebrei e spie degli americani». Atique ha chiesto subito al preside di intervenire, ma non è cambiato nulla, ha tentato di mobilitare gli altri insegnanti, ma non l’hanno ascoltato. Il 15 marzo Muhammed Akhbar, uno degli insegnanti che diffondeva l’odio contro le minoranze, ha fatto irruzione nella classe di Atique, lo ha picchiato davanti ai suoi alunni e lo ha minacciato di morte: «Smetti di criticare quell’atto santo che è la diffusione della verità sui cristiani malvagi». Tre giorni dopo, nuove minacce sono arrivate da un altro professore, Gulam Ghos, che gli ha consigliato di convertirsi all’islam o sarebbe stato ucciso. L’insegnante cristiano ha avvertito la polizia, ma questa non ha fatto niente per proteggerlo.

Quando la notizia del suo intervento a difesa dei cristiani si è diffusa nel suo villaggio, Atique ha cominciato a ricevere lettere minatorie, mentre davanti alla porta di casa sua venivano sempre lasciati escrementi umani. Nei mesi gli altri insegnanti della scuola hanno diffuso la voce che fosse blasfemo e che bisognava trovare un modo per accusarlo. Il professore cristiano, di conseguenza, è stato costretto ad abbandonare il suo lavoro e a cambiare casa.

«L’ambiente scolastico è impregnato di discorsi religiosi estremisti», ha dichiarato Atique a Bpca, gruppo che difende i cristiani perseguitati e lo sta aiutando a cercare un nuovo lavoro. «Ogni giorno i cristiani e altri non musulmani vengono insultati a scuola. Ho sempre litigato su questo con i miei colleghi. Gli insegnanti musulmani e il preside sono convinti che terrorizzare i cristiani, docenti e alunni, non sia un problema. Ora ho paura per la mia vita, per quella di mia moglie e dei miei figli».

La discriminazione che i cristiani subiscono a tutti i livelli della società in Pakistan è fomentata innanzitutto dai professori e dai libri di testo impiegati nelle scuole. Da anni la Commissione nazionale giustizia e pace della Conferenza episcopale pakistana denuncia gli abusi. I cristiani vengono dipinti come «infedeli», «malvagi» e «inferiori», così che i giovani pakistani imparano fin da piccoli ad avere un giudizio negativo. Nei libri si omette l’apporto positivo portato dalle opere educative cristiane al paese e anche quando questo non accade, i professori saltano di proposito i capitoli dedicati.

L’accusa più frequente propagandata nei libri di storia è quella secondo cui i cristiani sono dei «traditori», perché si sarebbero opposti alla nascita dello Stato del Pakistan nel 1947, anno in cui si è dichiarato indipendente dall’India. Questo falso storico – è infatti vero il contrario e ci sono centinaia di testimonianze documentate sull’apporto decisivo dei cristiani – aggiunge all’odio religioso anche quello nazionalistico. Il fenomeno tende ad aumentare. Se nel 2009, in Punjab, i libri scolastici contenevano 45 discorsi contro le minoranze religiose, nel 2012 sono aumentati a 122. Secondo l’ultimo studio, condotto nell’estate del 2016, il 74% dei testi fomenta l’odio contro i cristiani con frasi di questo tipo: «I cristiani convertono a forza i musulmani locali».

Come affermato nella sua visita a Milano del 2013 dall’arcivescovo di Karachi, Joseph Coutts, «in Pakistan noi cristiani siamo discriminati in modo costante. Il problema è che i musulmani, anche se non lo dicono, ci vedono ancora come “dhimmi”, cioè i non musulmani, inferiori, che devono pagare una tassa allo Stato per essere protetti. Oggi i cristiani sono considerati infedeli e per questo minacciati dagli estremisti, che non vogliono la democrazia ma trasformare il Pakistan in uno Stato islamico».

Questo è ciò a cui vengono educati tutti gli studenti anche nelle scuole statali, non solo nelle madrasse, e le conseguenze sono davanti agli occhi di tutti. Emblematico il caso di Sara Bibi, cristiana che frequenta la scuola elementare di Samundari, vicino a Faisalabad (Punjab), che l’anno scorso è stata punita pubblicamente per aver usato il bagno «riservato ai soli musulmani». La bambina è stata insultata, picchiata e poi chiusa per tre ore nel bagno dalla preside della scuola statale. In molti istituti i cristiani non possono neanche bere l’acqua dai rubinetti della scuola, perché è riservata ai musulmani. L’anno scorso i giornali locali hanno riportato la storia di una bambina musulmana che è stata sgridata dalla sua insegnante per aver bevuto l’acqua che una compagna cristiana si era portata da casa. La piccola voleva sapere «che sapore ha l’acqua dei cristiani», ma per l’insegnante non doveva farlo perché è «infetta».

Il testo originale e completo si trova su:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-pakistan-leducazione-allodio-contro-i-cristiani-17547.htm

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