PAKISTAN – (8 Gennaio 2021)

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Pakistan: un primo passo per aiutare le minoranze religiose

Si chiama “Appello ai non musulmani in Pakistan” ed è l’iniziativa per una maggiore protezione delle minoranze religiose nel Paese, lanciata da Hafiz Tahir Mehmood Ashrafi, Consigliere speciale del primo ministro Imran Khan sull’Armonia religiosa. L’intento del governo sarebbe quello di proteggere soggetti a rischio, come ragazze minorenni vittime di conversioni e matrimoni forzati. Un passo, ma resta tanto lavoro da fare

Marina Tomarro – Città del Vaticano

La creazione di una particolare sezione, all’interno dell’Ufficio del Governo per l’Armonia Interreligiosa del Pakistan, dedicata ad affrontare gravi problemi di intolleranza che le minoranze religiose del Paese, come cristiani o indù, si trovano quotidianamente a vivere. L’iniziativa si chiama “Appello ai non musulmani in Pakistan”, e si riferisce a quanti sono minacciati in nome della religione, quanti affrontano matrimoni  o conversioni forzate, quanti subiscono accuse di blasfemia e sono costretti a scontare lunghi anni di prigione o nei casi peggiori, sono condannati a morte.

Una situazione sempre più difficile

“Fino a l’anno scorso, la conversione forzata delle ragazze cristiane – spiega Mobeen Shahid fondatore dell’Associazione Pakistani Cristiani in Italia – contava circa 1000 casi all’anno. Poi nel 2020 i casi sono saliti a oltre 2000. Il contesto è sempre lo stesso. Di solito sono minorenni che si ritrovano ad essere rapite, costrette a convertirsi e a sposare il proprio rapitore. La situazione è andata peggiorando, e per questo ci sono state numerose manifestazioni degli indù e dei cristiani che hanno chiesto una maggiore attenzione da parte della comunità internazionale, a fronte di una debole azione del governo per la loro difesa, e di una legislazione che ancora non prevede misure punitive severe per questi episodi. Perciò le minoranze vorrebbero un loro rappresentante presso il governo federale, e se il primo ministro Imran Khan non lo concede, rischia di trattare loro come cittadini di seconda categoria.”

Ascolta il commento di Mobeen Shahid

Una violenza che non si ferma

In un contesto come questo,l’Appello ai non musulmani,  rappresenta sicuramente un primo passo positivo per le minoranze, “anche se – sottolinea Mobeen Shahid – ancora non c’è una dichiarazione pubblica del primo ministro sull’istituzione di questo ufficio ma occorre fare di più, serve maggiore impegno per evitare ulteriori gravi episodi di violenza contro i cristiani”. “L’altro giorno – continua – sono stati ritrovati i corpi senza vita di due giovani ragazze, uccise solo perché avevano rifiutato di convertirsi; qualche settimana fa una ragazza è stata ammazzata dal suo futuro sposo per la stessa ragione. Spesso chi commette questi delitti non viene punito, o subisce una pena lieve perché appunto non c’è una legge forte contro questi crimini. Per questa ragione è necessario che la voce delle minoranze si alzi forte e che soprattutto ci sia una lororappresentanza significativa al governo ”.

Il testo originale e completo si trova su:

https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2021-01/pakistan-cristiani-perseguitati-matrimoni-forzati-conversioni.html

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