



La risoluzione ha ricevuto 138 voti a favore, 9 contrari e 41 astensioni, e ha sancito un momento storico per sia i leader che per il popolo palestinese, che e esploso in manifestazioni di giubilo a Ramallah. Fra i si anche quello dellItalia. Il voto e stato preceduto da un applauditissimo discorso del presidente palestinese che ha chiesto al Palazzo di vetro il “certificato di nascita” del suo Stato. Abu Mazen ha definito la giornata unoccasione “storica”, “lultima per poter salvare la soluzione dei due Stati”. Incerte per ora le conseguenze dellapprovazione, che i palestinesi dicono di aver voluto per far ripartire i negoziati con Israele. Ma i toni di entrambe le parti ieri sono stati duri. E arrivato il momento di dire basta alloccupazione e ai coloni”, ha detto Abu Mazen. Mentre lambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro ha definito il voto “un passo indietro per la pace”. Irritazione anche da parte degli Usa, che hanno votato contro. La risoluzione ha detto lambasciatore Susan Rice e un ostacolo sul cammino verso la pace”. Parole ribadite anche dal segretario di Stato Clinton. “La Santa Sede ha accolto con favore la decisione dell’Assemblea Generale.
E sulla portata di questa decisione dellOnu abbiamo sentito Maria Grazia Enardu, docente di Storia delle Relazioni Internazionali allUniversità di Firenze. Lintervista è di Massimiliano Menichetti:
R. Questa decisione ha una portata storica ed è lunica iniziativa internazionale corale che possa riportare le due parti che sarebbero tre, considerando Hamas al tavolo di un negoziato serio e costruttivo. Ne avevano bisogno tutti e due, sia lAutorità palestinese, per essere incoraggiata a proseguire sulla strada della non violenza, sia Israele, i cui governi negli ultimi anni hanno perso tempo e continuato a costruire sul terreno. E molto importante anche per la percezione che avrà lelettorato di Israele, che va a votare tra due mesi, perché bisogna scegliere partiti e posizioni più costruttivi.
D. A questo punto, questa decisione potrà portare anche Hamas ad un atteggiamento più dialogante?
R. Il voto dovrà costringere Hamas a guardare tutto il tavolo e la scena internazionale e a prendere decisioni, speriamo di riavvicinamento allAutorità Nazionale palestinese, perché se si parla di negoziato per creare uno Stato palestinese, il rischio, senza Hamas, è che si arrivi ad un nulla che creino due pezzi di Stato uno a Gaza e uno in parti della Cisgiordania.
R. Questa decisione ha una portata storica ed è lunica iniziativa internazionale corale che possa riportare le due parti che sarebbero tre, considerando Hamas al tavolo di un negoziato serio e costruttivo. Ne avevano bisogno tutti e due, sia lAutorità palestinese, per essere incoraggiata a proseguire sulla strada della non violenza, sia Israele, i cui governi negli ultimi anni hanno perso tempo e continuato a costruire sul terreno. E molto importante anche per la percezione che avrà lelettorato di Israele, che va a votare tra due mesi, perché bisogna scegliere partiti e posizioni più costruttivi.
D. A questo punto, questa decisione potrà portare anche Hamas ad un atteggiamento più dialogante?
R. Il voto dovrà costringere Hamas a guardare tutto il tavolo e la scena internazionale e a prendere decisioni, speriamo di riavvicinamento allAutorità Nazionale palestinese, perché se si parla di negoziato per creare uno Stato palestinese, il rischio, senza Hamas, è che si arrivi ad un nulla che creino due pezzi di Stato uno a Gaza e uno in parti della Cisgiordania.
http://it.radiovaticana.va/news/2012/11/30/la_palestina_entra_nell’onu_come_paese_osservatore_non_membro/it1-643326