Il card. Tauran: il dialogo interreligioso diventi patrimonio di tutti e non di un’élite



R. On ne peut pas séparer la vie religieuse de la vie normale, parce-que le
Non si può scindere la vita religiosa dalla vita normale, perché il credente è credente e cittadino: non è credente o cittadino, è credente e cittadino. Esiste quindi una complementarietà tra laspetto materiale e quello spirituale della realtà e credo che una delle responsabilità del credente sia quella di conciliare i due aspetti. Poi, insieme, ci siamo dispiaciuti per il fatto che la società, e soprattutto le giovani generazioni in generale, abbiano perso le loro radici spirituali. Si dovrà fare uno sforzo per dare allumanità di oggi la possibilità di avere una vita interiore
D. Quali sono le vie o le azioni concrete proposte nellambito di questo incontro?
R. Les aspects concrets
la nécessité de la formation religieuse des jeunes
Gli aspetti concreti
la necessità di una formazione religiosa dei giovani. Spesso, i problemi nascono dallignoranza. Quello che voglio dire è che siamo riusciti a evitare lo scontro tra le civiltà, cerchiamo anche di evitare lo scontro tra le ignoranze. È necessario, dunque, trovare un modo per presentare con rispetto e precisione una religione allaltra.
D. E stata affrontata anche la questione della libertà religiosa?
R. Oui: la question de la liberté religieuse a été abordée,
Sì, abbiamo parlato della libertà religiosa, della libertà di culto, evidentemente con molta prudenza perché sono argomenti molto delicati. Pure, non si possono ignorare visto che tutti conoscono le difficoltà in questo campo. In questo ambito, non sono state prese attualmente decisioni straordinarie.
D. Siamo al 19.mo incontro di questo tipo. Per quanto riguarda questultima edizione, possiamo parlare di nuovi passi e quale cammino rimane da fare?
R. Le dialogue interreligieux est venu très à la mode et je crois
Il dialogo interreligioso oggi è diventato di moda e credo siano state prese numerose iniziative, molte delle quali fanno le stesse cose. Credo sia necessario moderare un po il nostro appetito e schiarirci le idee sul concetto di dialogo interreligioso. Quello che, alla fine, risulta da tutte queste riunioni è che in realtà ancora non ci conosciamo abbastanza bene e che quindi è necessario continuare sulla strada della conoscenza e del rispetto vicendevole. Ho limpressione che abbiamo fatto molti progressi ma, quando si scende un po in profondità, mi rendo conto che la conoscenza vicendevole è ancora piuttosto superficiale, condizionata dagli avvenimenti politici, dal terrorismo
La grande sofferenza che si prova, per così dire, dopo anni di dialogo interreligioso è che tutti i risultati che abbiamo potuto ottenere, pure a costo di grandi sacrifici, non sono mai stati assimilati a livello legislativo, amministrativo e della strada. E così, il dialogo interreligioso rimane tuttora un impegno riservato alle élite. Invece, bisognerebbe trovare il modo di fare passare questo patrimonio modesto, pure, ma che esiste dai vertici alla strada, e soprattutto al campo dellinsegnamento nelle scuole, nelle università allamministrazione e alla formulazione delle leggi.