SIRIA – ( 10 Ottobre )

11:09SIRIA: KATEB (CARITAS), SI ALLARGA L’EMERGENZA UMANITARIA. SERVONO AIUTI

“L‘emergenza umanitaria in Siria si allarga sempre più: anche se facciamo del nostro meglio, non riusciamo a soddisfare tutti i bisogni dei profughi. Abbiamo urgenza di altri aiuti umanitari”: è l’appello lanciato attraverso l‘Agenzia Fides di Pascal Kateb, direttore esecutivo di Caritas Siria, organismo presente a Damasco, Aleppo, Homs e in altre aree interessate dal conflitto. “Lavoriamo in condizioni molto difficili – spiega Kateb -. Ma gli sfollati da assistere sono migliaia e la Caritas è fra le poche organizzazioni che raggiunge zone remote o pericolose, in forza della sua neutralità, riconosciuta in tutti i contesti dove opera nel mondo. Ma la situazione si fa ogni giorno più pesante”. A Damasco la Caritas assiste 1.500 famiglie, molti sono sfollati da Homs. Emergenza che si allarga al punto che “in alcune scuole i bambini seguono le lezioni la mattina, ma nel pomeriggio e la notte gli stessi edifici ospitano i profughi. E‘ una situazione terribile. Stiamo cercando nuovi donatori che possano aiutarci a coprire le spese scolastiche per i bambini”. (segue)

11:10SIRIA: KATEB (CARITAS), SI ALLARGA L’EMERGENZA UMANITARIA. SERVONO AIUTI (2)

La speranza di Kateb è “la pace e la riconciliazione, perché il popolo siriano sta soffrendo da troppo tempo. E, in questa drammatica situazione occorre fare di più per aiutarla, come la Caritas si sforza di fare”. Da Aleppo a parlare è mons. Antoine Audo, vescovo caldeo presidente di Caritas Siria: “la popolazione è allo stremo perché da tre mesi regnano insicurezza, disoccupazione, povertà. Tuttavia assistiamo ad una grande solidarietà tra le famiglie e vediamo che i giovani si mobilitano per servire i poveri. Quel che ci rattrista di più – nota mons. Audo – è lo stato di prostrazione psicologica che spinge molte famiglie cristiane a emigrare. Ci aggrappiamo alle parole di Benedetto XVI per continuare ad andare avanti giorno per giorno, compiendo servizi di carità ai poveri e lavorando per la pace”.
 
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