Il consiglio di sicurezza dellOnu cerca un accordo sulla Siria. Ma il ministro degli Esteri russo Lavrov afferma che non accetterà manipolazioni. E la Cina aggiunge: ci opporremo a qualsiasi interferenza negli affari interni in nome dell’umanitarismo”. La situazione è dunque ingarbugliata.
Il segretario generale dellOnu Ban Ki Moon risponde che il governo siriano continua il suo ”assalto militare” in diverse citta’ del Paese e a fare un uso sproporzionato della forza con ”operazioni vergognose”, afferma il numero uno delle Nazioni Unite, esortando Damasco ad aderire ”entro ”pochi giorni” alle proposte dell’Onu e della Lega Araba. Linviato nella regione Kofi Annan denuncia come sia necessario mandare un messaggio chiaro, situazione e’ inaccettabile”. Di cinismo da parte del presidente siriano Assad, parla il segretario di Stato Usa Hillary Clinton, che denuncia come in tutta la Siria ancora oggi siano continuati i massacri. Dalla citta di Homs centinaia di famiglie sono fuggite da Homs dopo la notizia del ritrovamento di una cinquantina di cadaveri di donne e bambini in due quartieri.
Sui corpi i segni di violenze di ogni genere. Accuse reciproche tra Damasco e gli insorti. Su questo macabro ritrovamento,Salvatore Sabatino ha sentito Camille Eid, esperto del mondo arabo:
R. – Questo è lennesimo segnale che si tratta veramente di un genocidio, di cui il prezzo più alto lo pagano i civili. Chiaramente il governo e i ribelli-oppositori si rimbalzano le responsabilità di questo massacro, ma alla fine questo dimostra che lopzione politica – la discussione pacifica del conflitto – si sta sempre più allontanando.
D. Tra laltro, alcuni minori sarebbero stati uccisi a colpi d’arma da fuoco, altri sgozzati, le donne sarebbero state addirittura stuprate prima di essere uccise. Si ha limpressione che non cè più limite alla violenza …
R. Effettivamente è così. Questo serve a ricreare la paura nellanimo di chi decide di rimanere. Molti abitanti, infatti, a seguito della diffusione di questa notizia orrenda, hanno abbandonato la città di Homs per rifugiarsi altrove.
D. Homs, che è una città martoriata, subisce il peso della repressione da parte del regime e non è la prima volta che questo accade …
R. Non è la prima volta e non sarà purtroppo lultima; adesso vediamo una incentivazione dei contatti diplomatici in atto. Tutto questo indaffararsi non ha ancora trovato uno sbocco naturale. Vediamo muoversi il ministro degli Esteri cinese, la Russia, il Qatar, lArabia Saudita, la Francia, ma alla fine stiamo ancora girando attorno al problema.
D. Kofi Annan è stato chiaro quando ha detto: Sarà difficile raggiungere un accordo per arginare il bagno di sangue. Perché questa impotenza della comunità internazionale? Ci sono grossi interessi sotto?
R. Ci sono grossi interessi ed il seme della discordia è sullintervento militare o meno. Molti Paesi quindi sono interdetti dallintervenire, come invece accadde per la Libia, a favore della popolazione. Altri come lArabia Saudita ed il Qatar propongono di armare i ribelli almeno per fornire loro il mezzo per contrastare questa repressione. Chiaramente, però, fornire armi vuole dire anche assistere al verificarsi di soprusi sul terreno contro chi si dichiara leale al regime di Assad.
D. Da settimane testimoni riferiscono di scene raccapriccianti in molte città dove ci sono i ribelli. Perché non si riesce ad accettare la definizione di guerra civile?
R. Ormai è accettata, ma cè un rifiuto ideologico. Il regime chiaramente non ammette la presenza di oppositori, raramente lha fatto il presidente Assad, parlando di oppositori sul terreno. Lui parla di bande criminali, di assassini, di mercenari che arrivano dallestero per massacrare la popolazione. Chiaramente, laccettazione di un termine civile indica che ci sono due parti e che queste due parti devono per forza raggiungere un compromesso politico. Quando invece manca anche il riconoscimento dellavversario-rivale, allora vuol dire che siamo ancora ben lontani da quella che sarà la soluzione. (cp)
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