SIRIA – (13 Settembre 2016)

Tregua sotto controllo in Siria. Onu: più garanzie per invio aiuti

Giovani ragazzi siriani a Damasco - EPA

Giovani ragazzi siriani a Damasco – EPA

La Siria è al suo primo giorno di tregua scattata ieri al tramonto secondo gli accordi Usa-Russia. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, voce delle opposizioni, stima in circa 300mila morti il bilancio di questi oltre 5 anni di conflitto. Ora per gli aiuti umanitari si aprono nuovi varchi, ma le Nazioni Unite chiedono maggiori garanzie. Intanto la tensione resta alta. Il servizio di Gabriella Ceraso:

L’accordo Usa-Russia che sta consentendo la tregua in Siria potrebbe essere sottoposto all’approvazione dell’Onu. Lo chiede Mosca nel primo giorno in cui non ci sono vittime anche se bombardamenti e razzi hanno colpito comunque il nord di Aleppo e la zona centrale di Hama e il confine turco. Per fornire aiuti servono più sicurezza e più garanzie dice l’Onu pronta comunque ad inviarli. Intanto a farlo è la Turchia con oltre 20 tir entrati stamani in Siria carichi di vestiti, cibo e giocattoli. Ma a cosa dovrebbe condurre la tregua e con quali prospettive? Ne abbiamo parlato con Matteo Legrenzi direttore del master in Studi strategici e Sicurezza internazionale alla Cà Foscari di Venezia

R. – Dovrebbe condurre ad una soluzione politica. Purtroppo, però, abbiamo visto che, già in passato, altre tregue sono sfociate nel nulla. Diciamo che l’elemento positivo per ora è quello umanitario, dove c’è una situazione drammatica. Trasformare, però, questa tregua in un accordo politico sarà difficilissimo.

D. – Un accordo politico che, comunque, è fatto tra agenti esterni: Russia e Stati Uniti?

R. – Esatto. Gli agenti esterni giocano un ruolo fondamentale, purtroppo sia negativo che positivo. Positivo, perché è molto difficile che le azioni in campo, locali, trovino un accordo dopo anni e anni di guerra così tremenda. Negativo, perché purtroppo gli agenti esterni hanno le loro agende regionali e globali e talvolta queste non combaciano con quella che dovrebbe essere una soluzione politica in primis per il popolo siriano.

D. – La presenza di Assad potrebbe avere un ruolo diverso da come si era pensato in passato, proprio nella fase politica successiva alla tregua?

R. – Si era partiti chiedendo l’esautorazione preventiva di Assad. Adesso questo sembra molto difficile. Che ruolo egli possa giocare nella fase di transizione è quello su cui effettivamente si tratta.

D. – In queste primissime ore, da Damasco, da Aleppo arrivano osservazioni di questo genere. Ogni volta che c’è la cessazione delle ostilità i ribelli traggono vantaggio dalla situazione, aumentano uomini e armi e poi riprendono a colpire…

R. – Questo è probabile, nel senso che tutte le forze in campo poi sfruttano queste tregue per rinforzarsi. La vera questione è che i ribelli si rafforzano. Anche questo iato, infatti, tra la tregua e poi quelle che dovrebbero essere operazioni congiunte contro lo Stato Islamico, dà la possibilità anche allo Stato Islamico di rinforzarsi

D. – Finora hanno detto quasi tutti “ok” e si è partiti, tranne qualche voce contraria proprio tra le frange dei ribelli. La ritiene una cosa significativa questa defezione?

R. – E’ significativa sì, perché poi quello che veramente conta è quello che succede sul terreno. Anche in passato vi erano state delle affermazioni positive da parte di leadership che talvolta sono in esilio, ma quello che accade sul terreno è quello che poi determinerà il successo o meno della tregua. Quindi queste sono voci sicuramente preoccupanti.

D. – Si può pensare ad una prossima Ginevra a breve? Risedersi al tavolo, quindi, sarà il passaggio successivo?

R. – Due passaggi successivi. Abbiamo questa tregua che deve tenere e poi abbiamo operazioni congiunte tra Russia e Stati Uniti contro lo Stato Islamico che devono iniziare e solo successivamente si può pensare ad una nuova Ginevra 3. Diciamo quindi che siamo ancora molto lontani dal poter tenere una conferenza internazionale con qualche prospettiva di successo.

D. – Ritiene questa un’occasione veramente unica, l’ultima che avrà questo Paese?

R. – No, unica no, perché c’è sempre un altro giorno. Però, forse, in maniera ottimista, io spero che la situazione si sia evoluta in maniera tale che le potenze esterne abbiano trovato un accordo e riescano a lavorare insieme. Sarebbe molto importante, sarebbe significativo, però realisticamente devo dire che già in passato vi erano state queste speranze.

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2016/09/13/tregua_sotto_controllo_in_siria_onu_più_garanzie_per_aiuti/1257764

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