Aleppo – Siria
Padre Ibrahim Alsabagh: in Siria la situazione è drammatica
Barbara Castelli – Città del Vaticano
“Non dimenticate la Siria”. Dalle pagine de L’Osservatore Romano, il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico a Damasco, lancia un nuovo appello per il Paese martoriato dalla guerra. L’informazione internazionale, infatti, è la preoccupazione del porporato, sembra essere sempre meno interessata a quello che succede nella regione. “La situazione è drammatica – ha ribadito ai nostri microfoni padre Ibrahim Alsabagh, parroco della comunità latina di San Francesco d’Assisi ad Aleppo Ovest – temiamo che una guerra regionale possa scoppiare da un momento all’altro”. “Ancora oggi, ad Aleppo, i missili cadono sulla città, colpendo soprattutto i civili”. Dopo ormai quasi sette anni di conflitto, inoltre, si vedono sempre più chiaramente i risultati di questa “crisi assurda”: non solo la distruzione, la morte di tanti innocenti, ma anche la diffusione sempre più estesa di tumori e di “malattie di natura psicologica”, dovute a tutto il terrore subito.
Una normalità ormai inesistente
Non solo tutta la Siria è “paralizzata dal punto di vista economico”, ma i civili sono quasi del tutto dipendenti dagli aiuti che ricevono dalla Chiesa e dalle organizzazioni umanitarie. “Le persone – ha detto padre Ibrahim Alsabagh – non hanno neppure i soldi per comprare una bara per seppellire i propri cari”. Così come non hanno modo di accedere alle cure sanitarie o all’istruzione per i propri figli. In un contesto tanto disperato, la Chiesa è in prima linea non solo per far fronte alle emergenze, ma anche per cercare di dare speranza, alla luce della fede, e per costruire un futuro di pace. “Fino al dicembre 2017 – ha aggiunto il parroco francescano – abbiamo ricostruito ad Aleppo 849 case; abbiamo aiutato una ottantina di coppie, giovani sposi, con un ‘regalo di nozze’, come lo abbiamo chiamato: aiutandole magari con l’affitto di un appartamento o comprando loro alcune cose”. “Guardiamo al futuro – ha concluso – con una fede certa e una speranza continua”.
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