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SIRIA (15 Marzo 2021)

Siria: Terre des Hommes, un film per richiamare l’attenzione dei media sulla crisi umanitaria in atto e per raccogliere fondi per i bambini

Con il film diffuso oggi sul sito aiutiamoibambinisiriani.org, ideato dall’agenzia creativa Acne Milano e realizzato grazie alla casa di produzione Indiana Production e al regista Igor Borghi, la Fondazione Terre des Hommes lancia oggi una campagna per richiamare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla grave crisi umanitaria che non cenna a terminare e per raccogliere fondi a sostegno degli interventi sul campo per tutti i bambini e le bambine siriane.
Il regista Igor Borghi spiega: “Questo progetto si basa su un’intuizione semplice e per questo efficace: le persone che fuggono dalla guerra in Siria sono persone come noi. Sono persone che hanno una vita e una dignità che il conflitto distrugge, giorno dopo giorno, con inesorabile ferocia. È la loro umanità che abbiamo voluto far emergere”.
Il racconto per immagini ci porta direttamente nei luoghi del conflitto, in una scena di quotidiana normalità per chi vive in un campo e in ogni istante deve essere pronto a mettersi al riparo da possibili attacchi. La bambina protagonista che compie gli anni rappresenta idealmente tutte le bambine e i bambini siriani che hanno un solo desiderio: che dopo dieci anni questa guerra finisca.
“Dieci anni fa, proprio in questo giorno, una scintilla ha fatto bruciare tutto nel mio paese, la Siria, uno dei più bei Paesi nel Medio Oriente, con una storia millenaria, una culla della civiltà, che ha dato all’umanità lingue, alfabeti, cultura, e scienza, un paese che all’alba del secondo millennio era tra i più ricchi della regione, in via di sviluppo. Oggi è un paese ferito, caduto in una oscurità assoluta. I sorrisi dei bambini hanno lasciato il posto a lacrime che riempiono il mondo”, evidenzia Mohammad Aziz Ali, delegato di Terre des Hommes in Siria.
In 10 anni, aggiunge, “la Siria è stata ridotta ad un inferno in tutti i sensi; milioni di persone hanno perso i loro cari, intere famiglie, la casa, il lavoro, tutto. Chi è fuggito ha dovuto affrontare difficoltà indicibili per sperare di avere un futuro in altri paesi. Chi rimane soffre per tutto: disoccupazione, freddo, caldo, fame, instabilità, buio; si soffre per la mancanza di reddito, di pane, di gasolio, di elettricità. E la cosa più triste è che tutta la popolazione è afflitta da una desolazione inconsolabile, quello che ci manca più di tutto, soprattutto alle generazioni più giovani è la speranza. Come padre ho visto la sofferenza delle mie figlie e di tutti gli altri bambini come loro, privati dell’infanzia e dell’adolescenza, hanno dovuto rinunciare ai giochi, alle feste, alla scuola”. Da 10 anni, conclude, “lavoro con Terre des Hommes, qui in Siria il nostro impegno è progressivamente aumentato nella protezione dell’infanzia, nell’assistenza a bambini e adulti con disabilità, nelle cure materno-infantili e nell’educazione”.

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