SIRIA – ( 17 Maggio 2016 )

Vescovi e religiosi siriani: basta sanzioni contro il popolo

Bombe su Aleppo: la città è ridotta alla fame - AP

Bombe su Aleppo: la città è ridotta alla fame – AP

Una petizione digitale da sottoscrivere online sulla piattaforma change.org, rivolta “ai parlamentari e ai sindaci di ogni Paese” per chiedere che “l’iniquità delle sanzioni alla Siria sia resa nota ai cittadini dell’Unione Europea (oggi asslutamente ignari) e diventi, finalmente, oggetto di un serio dibattito e di conseguenti deliberazioni”. E’ l’iniziativa lanciata da numerosi vescovi, religiosi e consacrati cattolici, appartenenti a diverse Chiese sui iuris, per chiedere che l’Unione Europea ponga fine alle sanzioni ancora in atto contro la Siria.

Le personalità cattoliche che hanno firmato la petizione
Tra i primi firmatari della petizione – riferisce l’agenzia Fides – figurano il vescovo Georges Abou Khazen (vicario apostolico di Aleppo per i cattolici di rito latino), l’arcivescovo maronita di Aleppo Joseph Tobji, il Custode emerito di Terrasanta padre Pierbattista Pizzaballa, l’arcivescovo armeno cattolico di Aleppo Boutros Marayati, la Comunità delle monache trappiste in Siria, le suore della Congregazione del Perpetuo Soccorso, le suore della Congregazione di San Giuseppe dell’Apparizione (che operano presso l’ospedale Saint Louis di Aleppo) e Jean Clément Jeanbart, arcivescovo greco cattolico di Aleppo.

L’Ue ha rimosso l’embargo del petrolio nelle aeree dell’opposizione jihadista
Il breve testo della petizione contiene una disamina incalzante delle contraddizioni che segnano la politica delle sanzioni imposte dalla Ue, e una descrizione amara degli effetti devastanti da essa prodotti nella vita quotidiana del popolo siriano, nel tragico contesto del conflitto che in cinque anni ha comportato già centinaia di migliaia di morti e sei milioni di profughi. “Nel 2011” si legge tra l’altro nel testo che introduce la petizione, ripresa dalla Fides “l’Unione Europea varò le sanzioni contro la Siria, presentandole come ‘sanzioni a personaggi del regime’, che imponevano al Paese l’embargo del petrolio, il blocco di ogni transazione finanziaria e il divieto di commerciare moltissimi beni e prodotti. Una misura che dura anche oggi, anche se, con decisione alquanto inspiegabile, nel 2012 veniva rimosso l’embargo del petrolio nelle aree controllate dall’opposizione armata e jihadista, allo scopo di fornire risorse economiche alle cosiddette ‘forze rivoluzionarie dell’opposizione’.

Le sanzioni hanno condannato i siriani alla fame, alle epidemie e alla miseria
​In questi cinque anni – prosegue il testo della petizione – le sanzioni alla Siria hanno contribuito a distruggere la società siriana, condannandola alla fame, alle epidemie, alla miseria, favorendo l’attivismo delle milizie combattenti integraliste che oggi colpiscono anche in Europa”. I firmatari della petizione fanno notare che oggi “i siriani vedono la possibilità di un futuro vivibile per le loro famiglie solo scappando dalla propria terra, ma “non può essere la fuga l’unica soluzione che la comunità internazionale sa proporre a questa povera gente”, anche perchè essa “incontra non poche difficoltà, a causa delle accese controversie all’interno dell’Unione Europea”. 

Togliere subito le sanzioni che toccano la vita quotidiana dei siriani
I firmatari sostengono “tutte le iniziative umanitarie e di pace che la comunità internazionale sta attuando, in particolare attraverso i difficili negoziati di Ginevra”, ma in attesa e nella speranza che le attese trovino concreta risposta, chiedono “che le sanzioni che toccano la vita quotidiana di ogni siriano siano immediatamente tolte”. (G.V.)

Il testo originale e completo si trova su:

http://it.radiovaticana.va/news/2016/05/17/vescovi_e_religiosi_siriani_basta_sanzioni_contro_il_popolo/1230360

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