Damasco (AsiaNews) Da questoggi il primo gruppo di osservatori della Lega araba arriva a Damasco per fermare le violenze che durano dal marzo scorso. La missione, dapprima ostacolata, poi accolta dal governo siriano, è ora criticata dallopposizione e bollata come un complotto di Damasco per mettere a tacere le sue malefatte.
Da mesi, dietro linflusso della primavera araba, vi sono manifestazioni che chiedono la riforma o la caduta del regime di Assad. La risposta del governo e dellesercito è stata durissima. Secondo lOnu sono già state uccise almeno 5 mila persone, in maggioranza civili.
La missione della Lega araba – proposta il 2 novembre scorso con almeno 500 osservatori voleva la fine delle violenze, il rilascio dei prigionieri e il ritiro dei militari dalle zone residenziali e dalle città.
Nelle ultime 48 ore Damasco è riuscita ad ottenere delle importanti concessioni che rischiano di svigorire i compiti originali della missione.
Secondo il nuovo protocollo, il numero degli osservatori è stato ridotto a 150; il loro numero sarà completo entro il 25 dicembre. In via di principio, essi dovrebbero poter andare ovunque vogliono per raccogliere dati e testimonianze. Di fatto, per motivi di sicurezza essi dovranno sempre essere accompagnati da soldati siriani, rendendo meno liberi gli incontri con i testimoni.
In più, gli osservatori dovranno presentare i loro rapporti al governo siriano e alla Lega araba.
Lopposizione ha criticato la missione e il protocollo. Essi chiedono che gli osservatori presentino il loro rapporto direttamente alle Nazioni Unite e hanno denunciato luccisione ad opera dellesercito di almeno 250 persone negli ultimi due giorni. E per questo, il Consiglio nazionale siriano che raduna tutti i gruppi dellopposizione in patria e allestero ha domandato un incontro di emergenza del Consiglio di sicurezza dellOnu.
Gruppi per i diritti umani legati allopposizione affermano che il numero delle vittime della rivolta si aggirano sulle 6mila persone. Secondo il governo di Damasco, il numero è minore e la maggior parte delle vittime è costituita da militari uccisi da delinquenti e bande armate.
Il testo completo si trova su: