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SIRIA – (26 Febbraio 2018)

Siria. Su Ghouta «bomba al cloro». Aspettando la tregua


Redazione Internet lunedì 26 febbraio 2018
Domenica è stata una nuova giornata di bombardamenti e di combattimenti che hanno ucciso più di 500 civili in una settimana
Il Gruppo di difesa civile siriano (gli "Elmetti bianchi") aiuta i residenti a mettersi in salvo durante i bombardamenti su Ghouta, il martoriato sobborgo di Damasco (Ansa)

Il Gruppo di difesa civile siriano (gli “Elmetti bianchi”) aiuta i residenti a mettersi in salvo durante i bombardamenti su Ghouta, il martoriato sobborgo di Damasco (Ansa)

Gli abitanti di Ghouta Est, il quartiere ribelle alle porte di Damasco, attendono con angoscia e trepidazione l’inizio del cessate il fuoco, deciso sabato dalle Nazioni Unite. Ma domenica è stata una nuova giornata di bombardamenti e di combattimenti che hanno ucciso più di 500 civili in una settimana.

Lo spettro della bomba al cloro

Ora si affaccia anche il sospetto che le forze del presidente Bashar al-Assad possano aver usato le armi chimiche: domenica, secondo fonti locali, almeno un bambino è morto e 13 persone sono rimaste ferite, con sintomi di asfissia a causa di un raid aereo in cui, secondo i ribelli, sarebbe stata sganciata una bomba contenente cloro allo stato gassoso. La Russia ha negato qualsiasi uso di armi chimiche da parte delle forze lealiste e,anzi, ha definito le accuse «provocazioni».

L’Onu ha chiesto il cessate-il-fuoco

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza ha chiesto il cessate il fuoco di un mese in Siria, per consentire di distribuire gli aiuti umanitari e evacuare i feriti in una città che da anni è sotto assedio. L’Iran, importante alleato di Damasco insieme alla Russia, ha già fatto sapere che le operazioni contro i «terroristi» andranno avanti, ma il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno esortato la Russia, in una telefonata con il presidente russo, Vladimir Putin, a esercitare «la massima pressione» sulla Siria per un’attuazione «immediata» della tregua richiesta dall’Onu.

Dal canto suo la Turchia ha fatto sapere che il cessate il fuoco non riguarda Afrin dove Ankara sta conducendo dal 20 gennaio l’offensiva Ramoscello d’Ulivo contro l’enclave curda nel nord del martoriato Paese.

L’APPELLO DEL PAPA «Subito una tregua per la Siria»

Offensiva anti Daesh: 25 civili uccisi

Intanto attacchi aerei sull’ultima sacca di jihadisti del Daesh nella Siria orientale hanno ucciso almeno 25 civili, tra cui sette bambini. Lo riferisce l’Osservatorio siriano per i diritti umani, che spiega che i raid sono stati condotti ieri nell’area del villaggio di Al-Shaafah, a nord dell’ex roccaforte del Daesh di Albu Kamal, vicino al confine con l’Iraq.

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