SIRIA – (27 Luglio)

Con il loro tesoro Oltre 600 giovani siriani a Madrid

Sono oltre 600 i giovani siriani che parteciperanno alla prossima Giornata mondiale della gioventù di Madrid (16-21 agosto); di questi oltre 200 provengono da Aleppo, la città più popolosa della Siria, compresa la capitale Damasco, e terza maggiore città cristiana del mondo arabo, dopo Beirut e Il Cairo, con i suoi circa 300 mila cristiani di dieci diverse confessioni. Un numero importante anche alla luce delle difficoltà attuali in cui versa il Paese, scosso da proteste e manifestazioni popolari volte a chiedere giustizia, pluralismo e riforme. A parlarne al SIR è il vescovo caldeo della città, il gesuita mons. Antoine Audo.

Un tempo privilegiato. “Da Aleppo saranno almeno due gruppi, per un totale di oltre duecento giovani – spiega il presule – a questi ne vanno aggiunti altri cinque, tra cui due seminaristi, che però faranno parte di un gruppo francese. Partiranno, infatti, alla volta di Parigi, dove saranno pellegrini e da dove confluiranno a Madrid”. Si consolida così una tradizione tipica della comunità cristiana di Aleppo che ha sempre inviato i suoi giovani alle Gmg, a Roma, Parigi, Toronto, Colonia e Sydney, tanto per citare le edizioni più recenti. “Dalla nostra città sono sempre partiti dei giovani sostenuti dalle Chiese locali e per noi la presenza alla Gmg è ormai una tradizione. Non si tratta – sottolinea mons. Audo – solo di partecipare ad un raduno ecclesiale, per quanto importante, ma per i nostri giovani è un momento privilegiato per aprirsi al mondo, conoscere meglio altre realtà giovanili ed ecclesiali. Accoglienza, fede e cultura che rappresentano per la nostra pastorale giovanile basi forti su cui fondare e mantenere la presenza cristiana in Siria”. La preparazione in vista di Madrid è stata improntata proprio in questa direzione e “il messaggio di Benedetto XVI, insieme al tema della Giornata, ‘Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede’, sono stati preziosi e per questo meditati a fondo”.

Convivere è possibile. “Sono molte le attese a Madrid verso i giovani mediorientali in arrivo – afferma il vescovo caldeo – e come se dovessero far soffiare una primavera araba anche nel Vecchio Continente e provocare un risveglio di fede, una minoranza che risveglia una maggioranza un po’ assopita. Cosa diremo, chi testimonieremo, come lo diremo, difficile dirlo. La fede per noi mediorientali è certo un dono di Dio ma anche un fatto sociale, ricevuta dalle nostre famiglie, dai nostri martiri. Non è relegata alla sfera individuale o soggetta alle mode del tempo e passibile, quindi, di cambiamenti. Essa fa parte del nostro patrimonio ed è radicata fortemente. Viviamo come minoranza nel mondo musulmano e sentiamo che abbiamo veramente una vocazione di testimonianza del Vangelo”. Testimoniare la “Buona Novella” nel mondo arabo musulmano, spiega mons. Audo, “è fare l’esperienza di possedere un tesoro fragile e del quale ne siamo responsabili. Questo è l’atteggiamento profondo che ci caratterizza. Ciò che ci manca è l’approfondimento della fede, lo studio, l’esegesi ed è su questo aspetto che dovremo lavorare. La Gmg, con le catechesi dei vescovi, i discorsi, le omelie del Santo Padre, insieme allo scambio con altri giovani ci aiuterà tantissimo. Allo stesso modo, penso, sarà importante, per i giovani occidentali scoprire i cristiani arabi, le cui comunità vivono da secoli a contatto con i musulmani. Essi sono la riprova che convivere è possibile così come costruire insieme una società migliore, anche in Europa, in cui venga rispettata la pluralità e l’alterità”.

Con la Siria nel cuore. Da Aleppo, da Damasco, e da altre città del Paese, infiammate dalle rivolte e dalle manifestazioni di piazza, persone che invocano democrazia, riforme, giustizia e diritti: saranno presenti anche queste istanze nei cuori e nelle menti dei giovani che andranno a Madrid. “La nostra presenza in Spagna vuole essere anche un modo per contribuire alla trasformazione del nostro Paese” dice il presule che non manca di lanciare una stoccata ai media occidentali, rei a suo dire, di avere “esagerato su quanto stava avvenendo in Siria nei mesi scorsi”. Tuttavia, riconosce, “ora qualcosa sta cambiando, notiamo meno attacchi e maggiore volontà di capire la realtà. Nessuno nega che il Paese abbia bisogno di riforme. Da 50 anni viviamo sotto un regime di tipo militare di un partito unico, di ispirazione sovietica. Davanti c’è un cambiamento e cambiare si deve per giungere al pluralismo, alla democrazia, al rispetto dei diritti”. Due le sfide per Bashar Assad: “Lavorare per le riforme politiche e per il pluralismo dei partiti e mantenere l’unità nazionale contro gli attacchi che provengono dall’esterno che sfruttano la leva del confessionalismo”. “Molte frange dei manifestanti sono manipolate dall’esterno e sfruttano il confessionalismo. Ma sono certo che i siriani sono capaci di fare da soli questo cammino di riforme. E noi pregheremo a Madrid per il nostro Paese e per la sua unità”.

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