SIRIA – (27 Novembre)

La Lega Araba adotta sanzioni economiche Damasco espelle un religioso italiano

L’organizzazione ha deciso di imporre una serie di restrizioni al regime. Anche oggi dieci morti. Cacciato padre Paolo Dall’Oglio, impegnato negli sforzi di riconciliazione

La Lega Araba adotta sanzioni economiche Damasco espelle un religioso italianoDimostranti anti-regime ad Homs (reuters)
IL CAIRO – La Lega Araba ha adottato le sanzioni economiche contro la Siria. La decisione è stata presa in una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri, presieduta dal premier del Qatar, Hamad ben Jassem Al Thani, e dal segretario dell’organizzazione, Nabil al-Arabi. Questi ha precisato che l’Iraq si è astenuto dal voto mentre il Libano si è totalmente dissociato. I provvedimenti riguardano il congelamento delle transazioni commenciali e dei conti bancari del governo siriano, la sospensione dei collegamenti aerei commerciali e il divieto di ingresso agli esponenti del regime. Restrizioni il cui unico scopo è fare pressioni sul governo affinché ponga fine alla repressione. “Non vogliamo provocare altra sofferenza al popolo siriano”, ha sottolineato Al Thani. In ogni caso la Lega araba si oppone all’eventualità di un intervento straniero e farà di tutto per scongiurarla.

Le proteste internazionali, così come le critiche della Lega Araba, non fermano il regime di Bashar Al Assad che continua a usare il pugno di ferro contro il movimento di opposizione. Anche oggi il bilancio delle vittime è pesante: dieci civili, tra cui un ragazzo di 14 anni, sono stati uccisi dalle forze di sicurezza in varie aree del Paese. L’Osservatorio per i diritti dell’uomo ha riferito di cinque morti nei pressi di Homs, dove sono scoppiati violenti scontri tra l’esercito e i gruppi di disertori. Secondo l’agenzia ufficiale Sana, in quella zona i militari hanno ucciso 12 uomini armati e hanno effettuato
numerosi arresti per debellare i “gruppi terroristi”.

Espulso un religioso italiano. La linea dura del governo ha colpito anche padre Paolo Dall’Oglio, monaco italiano cinquantasettenne, da 30 anni in Siria, fondatore della comunità monastica di Mar Musa e da mesi impegnato negli sforzi di riconciliazione interna: le autorità di Damasco ne hanno decretato l’espulsione. “La decisione riguardo alla mia persona è stata già presa ed è stata comunicata dal ministero degli Esteri al mio vescovo – ha detto padre Paolo – Già nei giorni scorsi mi era stata comunicata la decisione, ma v’è ora stata una fuga di notizie di cui non sono responsabile e che mi rammarica molto perché toglie spazio alla mediazione”.

Nei mesi scorsi, padre Paolo, cui si deve la rinascita dell’antico monastero di San Mosé l’Abissino, si era fatto promotore di un tentativo di mediazione. Nel suo testo, proponeva l’approdo a un sistema politico democratico basato sul consenso tra le varie comunità confessionali, etniche, ideologiche e sociali della Siria. “Bisogna evitare il bagno di sangue”, ha aggiunto, affermando che i prossimi mesi potranno vedere un inasprirsi delle violenze. Secondo il bilancio dell’Onu, dall’inizio delle proteste il 15 marzo scorso sono stati uccisi oltre 3.500.

Nonostante la decisione delle autorità di Damasco nei confronti di padre Paolo sia stata già presa, il monaco gesuita non si arrende e, in cambio della sua permanenza in Siria, proporrà, “tramite il vescovo, di interrompere la mia attività di partecipazione alla discussione politica. Perché i miei doveri ecclesiali sono più importanti, ma anche perché evidentemente non è apprezzata”.

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