Siria: 12 suore rapite nel villaggio cristiano di Maalula. Mons. Zenari: è importante pregare




Sono di nazionalità siriana e libanese le 12 suore ortodosse portate via con la forza dal Monastero di Santa Tecla, a Maalula; i ribelli sono entrati allimprovviso, hanno vandalizzato parte della struttura e alla fine sono andati via portando le religiose con loro. Ancora sconosciuti i motivi di questa azione, tantomeno dove le suore sarebbero state trasferite. Di certo, invece, si sa che il villaggio, abitato soprattutto da cristiani, è stato conquistato dai ribelli, tra i quali i jihadisti del gruppo Fronte al-Nusra, legato ad al-Qaeda. In realtà Maalula già il 9 settembre scorso era finito in mano a gruppi estremisti, ma tre giorni più tardi lesercito era riuscito a riconquistarlo. Mons. Mario Zenari, Nunzio apostolico a Damasco, al microfono di Gabriella Ceraso:
R. Quella in cui è avvenuto il rapimento è una zona infestata dai combattimenti non so dirle a che scopo le suore sono state rapite: è a scopo sequestro? E per voler liberare Maalula e avere la mano libera nel monastero e da lì combattere meglio?
D. Quali sono i suoi pensieri e le sue preoccupazioni in questo momento?
R. In questo momento occorre pregare, perché dodici monache nelle mani di questa gente, lunica cosa è pregare, perché abbiano un po di umanità e le trattino bene, sperando che non sia un sequestro.
Una guerra, quella siriana, che in 33 mesi ha causato la morte di 126mila persone, oltre 6mila bambini. La cifra è stata fornita dall’Osservatorio siriano per i Diritti Umani, che ha anche fatto appello al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon perché aumenti gli sforzi per mettere fine a due anni e mezzo di guerra civile. Intanto L’inchiesta dell’Onu sulle violazioni dei diritti umani in Siria ha prodotto le prove che il presidente Bashar al Assad ha autorizzato “crimini di guerra e contro l’umanità nel suo Paese”. Lo riferisce l’alto Commissario per i diritti umani Navi Pillay, citata dalla Bbc.