
Nel silenzio della comunità internazionale in Siria si continua a morire, come a Homs, ad Aleppo
Qui da noi la situazione è tesissima. Si combatte duramente, sentiamo bombardamenti nelle zone più periferiche della città. In un certo senso siamo sotto assedio, in mezzo ai combattenti delle due parti. A livello umanitario cerchiamo di aiutare per quanto è nelle nostre possibilità. Rispetto a tre mesi fa, bisogna dire, riusciamo ad approvvigionarci con un po più di facilità ma i prezzi sono davvero alti. La mancanza di lavoro rende tutto difficile per le persone, le famiglie, i bambini.
Organismi come Unicef, Save the Children, Medici senza Frontiere hanno denunciato le enormi sofferenze dei bambini siriani molti dei quali presentano gravi disagi fisici e mentali. Con una gioventù così martoriata che futuro si può pensare per la Siria?
Siamo molto preoccupati. A soffrire non sono solo i più piccoli, ma anche i giovani sui quali si appuntano le speranze di ogni Paese. Sono traumatizzati da questo conflitto ed è difficile prevedere come ne usciranno. Circa il futuro della Siria io temo che ci siano delle fazioni e dei Paesi che vogliono che la guerra si protragga a lungo in modo da disintegrare la nazione ed il suo popolo. Davanti a cifre come quelle dei morti, dei rifugiati e degli sfollati che altro pensare? Stanno distruggendo la Siria per trarre profitto, pensiamo, per esempio al commercio di armi più volte condannato da Papa Francesco
Ma ci sarebbe anche il business della ricostruzione
Distruzione chiama ricostruzione. Ma a che prezzo per il popolo? Saranno davvero capaci di combattere per portare distruzione ovunque, come è stato fatto in Iraq o in Libia? Sarebbe inaccettabile e inumano.
Ricostruire materialmente la Siria forse sarà più facile che rimetterla in piedi a livello sociale, spirituale e morale. Crede che le religioni, oggi detonatori di conflitti settari, tra sciiti e sunniti e con i cristiani a pagare il loro tributo di sangue, potranno diventare ponti di riconciliazione?
Non potranno, dovranno. Se la Siria non uscirà disintegrata da questo conflitto credo che tutte le componenti religiose del Paese avranno i motivi per aiutare la ricostruzione civile e spirituale del Paese, allontanando lo spettro del fondamentalismo e dellestremismo religioso. Questa guerra allora potrebbe insegnarci ad andare oltre le divisioni e i particolarismi.
Il 2014 si dice sia lanno delle elezioni politiche. In questo clima di guerra come è possibile pensare a un voto regolare e privo di brogli?
Il Governo appare deciso ad organizzare le elezioni. La comunità internazionale dovrebbe farsi garante della regolarità del voto ma credo sarà difficile. I media parlano di elezioni nei prossimi mesi e si dice anche che il presidente Assad si presenterà di nuovo. Ma qui in Siria i cambiamenti sono dietro langolo, quindi aspetterei a parlare.
A maggio Papa Francesco sarà in Terra Santa, cosa si attende da questo viaggio?
Spero che il Papa possa portare una ventata di pace come fece per la Siria quando promosse la giornata di digiuno, lo scorso settembre. E fu un miracolo. Spero si ripeta anche per la Palestina e per il conflitto israelo-palestinese. A beneficiarne sarebbe tutto il Medio Oriente.
http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/04/00284378_omicidio_senza_ragione_come_tutta_la_guer.html