Mille giorni di guerra in Siria. Appello del Patriarca di Antiochia per le suore ortodosse di Maalula
Mille giorni: è solo il primo dei tragici numeri che sta collezionando la guerra in Siria, un Paese ormai in macerie e in balìa di gruppi ribelli supportati da cellule qaediste da una parte, e da forze paramilitari fedeli al regime dallaltra. Mille sono anche le tonnellate di agenti chimici in possesso di Damasco e che stanno per essere smaltite dallOpac (l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche), ma gli altri numeri sono ancora più impressionanti: 120mila i morti secondo lOsservatorio per i Diritti umani a Londra, legato all’opposizione; sette milioni le persone coinvolte, di cui la metà bambini, secondo lUnicef. La conferenza di pace Ginevra 2, convocata per il prossimo 22 gennaio, appare ormai davvero lultima speranza. E tutto tace sulla vicenda delle religiose ortodosse prelevate con la forza il 2 dicembre scorso dal monastero di Santa Tecla a Maalula dopo che la città è stata nuovamente occupata dalle milizie ribelli. Dopo il video diffuso da al Jaazera venerdì, in cui affermavano di stare bene, di essere state portate via per la loro sicurezza e di poter tornare a casa entro due giorni, ieri il Patriarca Giovanni X, primate della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia e di tutto lOriente, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché compia azioni concrete che conducano alla loro liberazione. Per la soluzione di questo caso, inoltre, il capo degli apparati di sicurezza libanesi, generale Ibrahim, è partito alla volta del Qatar. Infine, un nuovo sbarco di migranti, questa notte, a Siracusa: 113, tra egiziani e profughi siriani, immediatamente trasportati nei centri daccoglienza di Messina.