Guerra in Siria. L’Onu: macchia indelebile sulla coscienza di tutti
Roberta Gisotti – Città del Vaticano
“Taccia il frastuono delle armi e si ascolti il pianto dei piccoli e degli indifesi”: la voce di Francesco si è levata ancora una volta, ieri all’Angelus dalla città di Bari, perché in Siria si superi “la logica dello scontro, dell’odio e della vendetta” e “si mettano da parte i calcoli e gli interessi”, per salvare “le vite di tanti civili e dei tanti bambini innocenti” di una guerra che si protrae – ricordiamolo – da ben nove anni, senza che le parti in conflitto e la comunità internazionale, divisa sulle possibili soluzioni di pace, abbiano saputo o voluto fermare questa sanguinosa crisi nella regione del Medio Oriente.
Il più grande sfollamento dall’inizio del conflitto
Gli ultimi rapporti delle Nazioni Unite parlano di “inarrestabile aggravarsi della situazione” nel nord ovest del Paese, dove vivono oltre 4 milioni di civili, oltre la metà sfollati interni, più volte costretti alla fuga da una zona all’altra; oltre 900 mila quelli registrati dal 1 dicembre 2019, per l’80 per cento donne e bambini nelle provincie di Idlib ed Aleppo. Si tratta del più grande sfollamento avvenuto dall’inizio del conflitto nel 2011.
L’Alto Commissario Filippo Grandi: sono inorridito
L’Alto Commissario dell’Onu per i rifugiati, Filippo Grandi si è detto inorridito delle condizioni in cui sopravvivono questi poveri sfollati molti dei quali accampati all’aperto nella neve e nel freddo gelido. “Non devono essere migliaia di persone – ha ammonito Grandi – a pagare il prezzo delle divisioni della comunità internazionale, la cui incapacità di trovare soluzioni a questa crisi costituirà una macchia indelebile sulla coscienza di tutti”.
Le difficoltà degli operatori umanitari sul campo
“Le organizzazioni umanitarie – ha aggiunto Grandi – stanno cercando di assicurare assistenza alla popolazione in tutti i modi possibili” e “i partner locali sul campo stanno facendo tutto il possibile per continuare a garantire supporto psicosociale, consulenza legale e assistenza” ma “in molti casi – denuncia – sono loro stessi vittime dei disordini in corso”.
Stop agli scontri e protezione per i civili
Da qui l’appello non rinviabile: “È necessario porre fine ai combattimenti e assicurare ai civili accesso ad aree sicure per proteggerne l’incolumità”. “Vorrei essere chiaro,” ha concluso l’Alto Commissario: “in quanto operatori umanitari, facciamo ogni possibile sforzo per salvare vite umane, ma lo spazio a nostra disposizione si sta ormai riducendo”.
La campagna Caritas per l’amata e martoriata Siria
Tra gli organismi umanitari più attivi in aiuto alla popolazione siriana è la Caritas, che nel mese di novembre scorso ha lanciato una campagna di raccolta fondi e non solo, per “l’amata e martoriata Siria”, raccogliendo il reiterato appello del Papa del 13 ottobre 2019, per non dimenticare questo Paese. Fabrizio Cavalletti, responsabile della Caritas Italiana per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa, conferma che la situazione in Siria dopo 9 anni di guerra sta perfino peggiorando.