A Damasco continuano gli scontri e molti sono fuggiti in Libano. Comè ora la situazione?
Le frontiere di Giordania e Turchia sono chiuse, per cui molti profughi siriani stanno venendo in Libano. Nei giorni scorsi cè stato un enorme afflusso di profughi a causa del peggioramento della situazione a Damasco. In sole 24 ore sono arrivati oltre 15.000 siriani: in macchina, bus, camion e a piedi. Gli irregolari attraversano a piedi la frontiera. Molte famiglie appartengono alla classe media, per cui trovano una sistemazione in Libano e aspettano che migliori la situazione per tornare a Damasco. Ma molte altre persone sono vulnerabili, ci sono tantissimi bambini. Hanno trovato degli spazi nella Bekaa Region. Alcuni sono accolti da amici, altri vivono in tenda. Le condizioni dei campi sono veramente terribili.
È vero che il governo non autorizza la realizzazione dei campi?
È vero. Perciò molti rifugiati sono costretti ad affittare un pezzo di terra da privati libanesi per piazzare la loro tenda. Si pagano circa 200 dollari a tenda per sei mesi.
Lei è appena tornata dai campi della Bekaa Valley, dove cè la maggiore concentrazione di profughi. Cosa ha visto?
Molte persone stanno digiunando per il Ramadan, non mangiano e non bevono dallalba al tramonto in una regione molto calda. Le temperature possono arrivare a 45 gradi. Per cui sono disidratati e stremati, in condizioni molto difficili. Molti hanno bisogno di aiuto e sostegno. Qui assistiamo 123 famiglie. I cristiani siriani sono in unaltra zona. Vengono ospitati da famiglie o amici. Altre famiglie cristiane vivono in prossimità della frontiera per poter tornare a controllare le proprie case.
Come interviene Caritas Libano?
Le attività di Caritas Libano sono su diversi campi dazione: distribuiamo cibo, materassi e coperte, beni di emergenza, cure mediche, organizziamo programmi sociali per i bambini. Abbiamo molti volontari e operatori sociali che lavorano nei campi.
Molti saranno feriti o malati. Cè assistenza sanitaria?
No, nel campo non ci sono medici, infermieri, impianti per lacqua e servizi igienici. I profughi – molti sono feriti – si rivolgono ai centri medici locali. Noi abbiamo una clinica mobile con un dottore e uninfermiera: forniamo medicinali di base e cure preventive.
Teme che la situazione peggiorerà?
È abbastanza difficile parlare ora del futuro ma temo di sì. Gli abitanti di Damasco non hanno altro posto dove fuggire se non in Libano. In questo momento cè bisogno di sostegno immediato. Ci stiamo attrezzando per prestare maggiore soccorso, moltiplicando le attività. È la prima volta che vediamo in Libano unemergenza di questo tipo. La crisi sta diventando più grave di quanto potessimo immaginare.
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