Forse una nuova tregua a Homs. Riprende Ginevra II
di Paul Dakiki
Recuperate finora circa 600 persone dalla città vecchia sotto assedio. I pullman dell’Onu e della Croce rossa arrivano pieni di cibarie e acqua da scaricare e ripartono pieni di profughi. Gli operatori umanitari hanno lavorato anche sotto le bombe. A Ginevra II si deve prospettare la fine delle violenze, il governo transitorio, la riconciliazione nazionale. Ma intanto, nel Paese crescono gli scontri, i bombardamenti e le divisioni nell’opposizione
Beirut (AsiaNews) – Una nuova tregua sta per essere varata ad Homs: essa permetterebbe l’evacuazione di altre famiglie bloccate da un assedio nella città vecchia che dura da quasi due anni. Un accordo fra il governatore di Homs e l’Onu è in corso per prolungare di qualche giorno la tregua stabilita nello scorso weekend. Intanto a Ginevra riprendono questa sera i dialoghi di pace fra Damasco e l’opposizione.
Il primo turno dei dialoghi si era concluso alla fine di gennaio, senza un nulla di fatto, sebbene l’inviato Onu Lakhdar Brahimi aveva assicurato che si stava solidificando una piccola base comune.
Durante gli incontri si era parlato di costituire corridoi umanitari in diverse parti della Siria, per aiutare la popolazione civile, ma non è poi emersa alcuna decisione.
La guerra civile in Siria, che in marzo entrerà nel suo quarto anno, ha mietuto oltre 130mila vittime e creato 9,5 milioni di sfollati interni e profughi nei Paesi vicini.
La tregua di Homs di tre giorni fa è stata decisa dall’Onu e dal governo siriano, anche se in silenzio è stata appoggiata dai ribelli. Essa ha permesso di inviare pullman nella zona assediata, scaricare viveri e medicine per gli abitanti e caricare le famiglie che volevano abbandonare la città, soprattutto donne e bambini. Diversi uomini, definiti “ribelli”, erano stati fermati e schedati, ma dopo alcune ore sono stati rilasciati. La tregua è stata rotta da alcuni bombardamenti e scariche di fuoco, che ognuna delle due parti ha attribuito ai rispettivi nemici. Il primo giorno, il 7 febbraio, ‘Onu e la Croce rossa hanno potuto evacuare solo 83 persone; il giorno dopo tutto è stato bloccato a causa dei bombardamenti; ieri sono state portate fuori dalla città vecchia 480 persone, in maggioranza donne, bambini e vecchi (v. foto). Gli operatori umanitari hanno continuato a lavorare anche se il cessate il fuoco è stato interrotto in alcuni momenti.
La televisione Al Mayadin di Beirut ha mostrato i volti dei fuggitivi, segnati dalla mancanza d’acqua e di cibo, pallidi e con le occhiaie.
Intanto a Ginevra sono giunte le due delegazioni che insieme all’inviato Onu dovrebbero cercare di trovare una via di pace per il Paese e la popolazione. La nuova tornata di dialoghi dovrebbe cercare di attuare la fine delle violenze, stabilire un governo di transizione, promuovere la riconciliazione. Il governo siriano continua a chiedere che dai dialoghi e dalle prospettive siano allontanati i “terroristi”; l’opposizione esige che da ogni piano futuro della Siria sia escluso Bashar Assad.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, con base a Londra, da quando sono iniziati i dialoghi a Ginevra, sono aumentati sul campo i bombardamenti del governo, gli attacchi dei ribelli, le lotte intestine fra le frange laiche e islamiste dell’opposizione.
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