Riconosco lemergenza umanitaria, ma non dobbiamo dimenticarci dellurgenza di restaurare uno Stato somalo, altrimenti tapperemo momentaneamente delle falle, senza risolvere i problemi alla radice. Mons. Giorgio Bertin, dal 2001 vescovo di Gibuti e amministratore apostolico della diocesi di Mogadiscio, in unintervista diffusa oggi da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) descrive la tragica situazione della Somalia, aggravata dalla assenza di una qualsiasi autorità politica, un vuoto che ha lasciato campo libero a elementi fanaticizzati, come il Gruppo armato islamista al-Shabab [La Gioventù] che tra i suoi obiettivi primari persegue lintroduzione della Sharia nel sistema legislativo. Secondo mons. Bertin, la mancanza di uno Stato ha gravi conseguenze anche sulla situazione dei pochi cristiani somali piccola comunità che non raggiunge le 100 unità , costretti a vivere la loro fede in segreto per non esporsi alle violenze degli estremisti. Simbolo di questa situazione la cattedrale di Mogadiscio, completamente distrutta e oggi adoperata come alloggio per gli sfollati. Dal presule, che è anche presidente di Caritas Somalia, lauspicio di unazione diplomatica volta alla restaurazione di uno Stato somalo senza la quale qualsiasi provvedimento in ambito politico internazionale rimane velleitario.
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