TAGIKISTAN – ( 25 Luglio )

Tagikistan. Scontri fra esercito e ribelli islamici: almeno 42 vittime, decine di feriti



Sono almeno 42 le vittime sinora accertate delle violenze fra esercito del Tagikistan e milizie ribelli islamiche nella regione semi-autonoma del Gorno-Badakhshan, provincia montagnosa nella zona orientale del Paese, nei pressi del confine con l’Afghanistan. Il bilancio ufficiale diffuso ieri parla di 12 soldati governativi e 30 estremisti uccisi nei combattimenti; tuttavia, fonti locali di Radio Free Europe (Rfe) parlano di “oltre 100 morti”. Almeno 30 dei 40 combattenti catturati dai militari di Dushanbe sarebbero di nazionalità afghana, mentre i feriti sono una trentina circa. I combattimenti sono divampati in seguito all’offensiva lanciata ieri dall’esercito nella regione; l’offensiva dei militari è una risposta all’agguato di cui è rimasto vittima un alto ufficiale tagiko, ucciso con un’arma da taglio. Per il governo – riferisce l’agenzia AsiaNews – dietro l’omicidio vi sarebbe un gruppo armato guidato da Tolib Ayombekov, ex signore della guerra e combattente islamico, dedito al traffico di armi e stupefacenti, oltre che responsabile – secondo le autorità – di crimini “efferati”. Epicentro dello scontro fra ribelli ed esercito la città di Khorog, capoluogo della regione autonoma, situata lungo un fiume che segna il confine con il vicino Afghanistan. L’area è abitata dalla minoranza etnica Pamiri e, in passato, al tempo della guerra del 1990 in cui sono morte 100mila persone, era considerata una roccaforte della milizia islamica. Fonti locali raccontano che le autorità del Tagikistan hanno interrotto le comunicazioni telefoniche e bloccato ogni accesso alla regione. Gli abitanti della sponda afghana del fiume riferiscono di aver visto elicotteri da guerra sorvolare i cieli della città e aver udito forti esplosioni, causate da granate, bombe e altri armamenti pesanti. La regione semi-autonoma del Gorno-Badakhshan è diversa per religione ed etnia rispetto al resto del Paese e a lungo ha rappresentato una spina nel fianco per le autorità centrali a Dushanbe. È forse la zona più povera, del Paese più povero fra quelli nati dalla disgregazione dell’impero Sovietico e rappresenta un crocevia del commercio internazionale di oppio, proveniente dall’Afghanistan e diretto in Russia e in Europa occidentale. Gli ultimi episodi di violenza sono divampati in seguito all’omicidio, avvenuto lo scorso 21 luglio, del generale Abdullo Nazarov, responsabile locale del Comitato per la sicurezza nazionale. Per il governo centrale tagiko dietro la sua morte vi sarebbe Ayombekov e i suoi traffici illegali oltreconfine. (R.P.)
 
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