TERRA SANTA – ( 4 Gennaio )

TERRA SANTA
 
La Chiesa del Calvario
 
Patriarca Twal ai pellegrini: ”Non abbandonateci”

 
“Venite in Terra Santa a riscoprire le radici della vostra fede. Non abbandonateci. Abbiamo bisogno di voi, per poter portare avanti la nostra missione qui, nella terra dove Gesù è nato, vissuto, morto e risorto, tra i credenti ebrei ed islamici. Non lasciateci soli”. Le parole del patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, sono risuonate ieri mattina nella concattedrale del patriarcato, nella città santa, nel corso della messa celebrata per i 150 pellegrini dell’Ordinariato militare per l’Italia, guidati dall’arcivescovo castrense, mons. Vincenzo Pelvi. “Siamo schiacciati – ha detto il patriarca – da un risveglio del fanatismo islamico ed ebraico, da una situazione di gravi tensioni e di crisi politiche. Nonostante tutto questo caos violento non ci manca la gioia di vivere. Confidiamo in Cristo nostra speranza. La nostra è una Chiesa del Calvario che ha bisogno della vostra preghiera e solidarietà”. Ed un gesto concreto di solidarietà è arrivato dall’Ordinariato militare che ha devoluto al Patriarcato latino di Gerusalemme una prima somma di 40 mila euro, frutto della campagna “Un cappuccino per la Terra Santa”, lanciata lo scorso anno a dicembre e che proseguirà anche nel 2013. A margine dell’incontro con i pellegrini “militari”, Luca Collodi di Radio Vaticana e Daniele Rocchi del Sir, hanno posto alcune domande al patriarca.

Patriarca, i palestinesi in questo Natale hanno trovato sotto l’albero il riconoscimento Onu come Stato osservatore, tuttavia la situazione sul terreno non è migliorata. È così?
“La situazione è sempre la stessa se non peggiorata. Tuttavia i palestinesi sono felici per il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite della Palestina come Stato osservatore. Si tratta di un primo passo verso la pace e la stabilità nella regione. Ora la Palestina ha il diritto di alzare la voce e chiedere giustizia e pace al mondo. L’annuncio di questo Stato ha dato colore e impatto positivo a questo Natale. Tuttavia, come ho già detto il 1 gennaio, Giornata mondiale della Pace, è urgente trovare “una soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese”, considerata da parte dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente la causa di tutti i conflitti della regione”.

In questo contesto sembra farsi più difficile la condizione dei cristiani in Terra Santa, come testimoniano i numerosi atti vandalici contro chiese, ma anche moschee e sinagoghe…
“Tra gli aspetti negativi di questo anno vanno annotati i venti attacchi vandalici a luoghi di culto cristiani, oltre che a moschee e sinagoghe, compiuti da islamici e ebrei. Abbiamo sempre denunciato questi gesti alle autorità e abbiamo sempre rivendicato l’importanza dell’educazione. Mi chiedo come certe persone siano state educate per fare in modo di odiare l’altro. Occorre ripartire dalle scuole, ma serve anche che gli autori di questi gesti vengano assicurati alla giustizia e condannati per tali reati. Sui giornali non ho mai letto nulla del genere, almeno fino ad ora”.

Preoccupa anche la situazione in Siria. Qui i cristiani sono in fuga dalle città. Come giudica quanto sta accadendo in quel Paese?
“La Chiesa del Medio Oriente è la chiesa del Calvario, basti vedere cosa accade in Siria dove la violenza impera. Non possiamo tacere. Ci preoccupa ciò che verrà dopo questa guerra in Siria. Esiste un’agenda internazionale per ‘cambiare per cambiare’, e non si parla di ciò che potrà venire dopo. Gli esempio dell’Iraq, dell’Egitto sono davanti a noi, la Siria sarà lo stesso. A che serve cambiare per cambiare?”.

Del Patriarcato latino fa parte anche la Giordania…
“In Giordania, da dove vengono la maggior parte di preti e di seminaristi, la situazione è preoccupante. Lì la nostra Chiesa partecipa attivamente all’accoglienza di 250.000 rifugiati siriani. Ma ci sono decine di migliaia di palestinesi, di iracheni, di egiziani in cerca di lavoro. Preghiamo anche per la Giordania affinché possa mantenere il suo equilibrio e il buon senso che ha sempre avuto. Se capitasse qualcosa in Giordania dove andremo?”.

Intanto sono in arrivo in Terra Santa vescovi da Usa, Ue e Canada per il tradizionale incontro dell’Holy Land Coordination (5-10 gennaio). Quale impegno è lecito attendersi dalle diverse Chiese sparse nel mondo?
“I vescovi si riuniranno a Betlemme e Gerusalemme ed anche in Giordania e forse a Gaza. Vengono per verificare quanto accade qui, per vedere come vivono le nostre comunità cristiane locali, conoscerne bisogni ed esigenze e cercare strumenti adatti a soddisfarle. Uno di questi è sicuramente il pellegrinaggio. Invito tutte le diocesi del mondo a venire pellegrine in Terra Santa per portare vicinanza spirituale e materiale ai nostri cristiani”.

 
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