
Patriarca, i palestinesi in questo Natale hanno trovato sotto lalbero il riconoscimento Onu come Stato osservatore, tuttavia la situazione sul terreno non è migliorata. È così?
La situazione è sempre la stessa se non peggiorata. Tuttavia i palestinesi sono felici per il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite della Palestina come Stato osservatore. Si tratta di un primo passo verso la pace e la stabilità nella regione. Ora la Palestina ha il diritto di alzare la voce e chiedere giustizia e pace al mondo. Lannuncio di questo Stato ha dato colore e impatto positivo a questo Natale. Tuttavia, come ho già detto il 1 gennaio, Giornata mondiale della Pace, è urgente trovare una soluzione giusta e pacifica alla questione palestinese, considerata da parte dei Patriarchi e dei Vescovi cattolici del Medio Oriente la causa di tutti i conflitti della regione.
In questo contesto sembra farsi più difficile la condizione dei cristiani in Terra Santa, come testimoniano i numerosi atti vandalici contro chiese, ma anche moschee e sinagoghe
Tra gli aspetti negativi di questo anno vanno annotati i venti attacchi vandalici a luoghi di culto cristiani, oltre che a moschee e sinagoghe, compiuti da islamici e ebrei. Abbiamo sempre denunciato questi gesti alle autorità e abbiamo sempre rivendicato limportanza delleducazione. Mi chiedo come certe persone siano state educate per fare in modo di odiare laltro. Occorre ripartire dalle scuole, ma serve anche che gli autori di questi gesti vengano assicurati alla giustizia e condannati per tali reati. Sui giornali non ho mai letto nulla del genere, almeno fino ad ora.
Preoccupa anche la situazione in Siria. Qui i cristiani sono in fuga dalle città. Come giudica quanto sta accadendo in quel Paese?
La Chiesa del Medio Oriente è la chiesa del Calvario, basti vedere cosa accade in Siria dove la violenza impera. Non possiamo tacere. Ci preoccupa ciò che verrà dopo questa guerra in Siria. Esiste unagenda internazionale per cambiare per cambiare, e non si parla di ciò che potrà venire dopo. Gli esempio dellIraq, dellEgitto sono davanti a noi, la Siria sarà lo stesso. A che serve cambiare per cambiare?.
Del Patriarcato latino fa parte anche la Giordania
In Giordania, da dove vengono la maggior parte di preti e di seminaristi, la situazione è preoccupante. Lì la nostra Chiesa partecipa attivamente allaccoglienza di 250.000 rifugiati siriani. Ma ci sono decine di migliaia di palestinesi, di iracheni, di egiziani in cerca di lavoro. Preghiamo anche per la Giordania affinché possa mantenere il suo equilibrio e il buon senso che ha sempre avuto. Se capitasse qualcosa in Giordania dove andremo?.
Intanto sono in arrivo in Terra Santa vescovi da Usa, Ue e Canada per il tradizionale incontro dellHoly Land Coordination (5-10 gennaio). Quale impegno è lecito attendersi dalle diverse Chiese sparse nel mondo?
I vescovi si riuniranno a Betlemme e Gerusalemme ed anche in Giordania e forse a Gaza. Vengono per verificare quanto accade qui, per vedere come vivono le nostre comunità cristiane locali, conoscerne bisogni ed esigenze e cercare strumenti adatti a soddisfarle. Uno di questi è sicuramente il pellegrinaggio. Invito tutte le diocesi del mondo a venire pellegrine in Terra Santa per portare vicinanza spirituale e materiale ai nostri cristiani.