TURCHIA
Il patriarca Bartolomeo simpatizza con le proteste del Gezi Park. Il ricordo dei vescovi sequestrati in Siria
di NAT da Polis
Per il patriarca ecumenico nella società turca vi sono desideri di democrazia e giustizia, anche se creano “divisioni e polarizzazioni”. La richiesta al governo turco di lavorare per la liberazione dei due prelati del patriarcato di Antiochia. Mantenere le promesse sulla riapertura della Scuola teologica di Chalki.
Istanbul (AsiaNews) – Il Ramadan non ferma la protesta contro il governo, iniziata con i fatti del Gezi Park. In un iftar (la cena tradizionale dopo il digiuno giornaliero durante la festa di Ramadan), offerta dal sindaco di Istanbul ai capi delle minoranze religiose non musulmane, il patriarca ecumenico Bartolomeo I ha mostrato interesse e simpatia verso le proteste, segno del desiderio di democrazia e di giustizia che crescono nella società turca.
All’iftar a cui egli è stato invitato erano presenti molte autorità turche e straniere. In quell’occasione, Bartolomeo ha espresso le sue considerazioni sugli sconvolgimenti che affliggono la Turchia, ma anche sulla sorte del cristianesimo nel Medio oriente.
Con velata attenzione alle proteste del Gezi Park, il patriarca ha detto: “Siamo entusiasti ed allegri testimoni di importanti fatti che cercano di trovare una soluzione alle annose situazioni che per anni si sono accumulate nella società turca. E questo anche se la ricerca di soluzioni provoca divisioni e polarizzazioni”.
Bartolomeo ha comunque espresso apprezzamento per “i molti passi compiuti dall’attuale governo e dal suo Primo ministro Erdogan, su questioni che riguardano le minoranze, che sono state discriminate e hanno subito non poche sofferenze”. “Malgrado le difficoltà vissute – ha aggiunto – siamo riusciti a sopravvivere e la nostra coesistenza nella società turca assomiglia a un giardino variegato, dove i fiori riescono ad avere una comune coesistenza”.
“Mi interrogo e non riesco a capire – ha fatto notare – come è possibile che una Turchia che è alla ricerca di soluzioni per la questione Kurda, a riforma della sua costituzione, per una più palese democratizzazione della società, non riesca a procedere alla riapertura della Scuola teologica di Chalki, chiusa in modo improprio da 42 anni, malgrado le tanto ripetute e speranzose promesse”.
“Tutto ciò – ha sottolineato Bartolomeo – dimostra quanto in questa società sia ancora difficile partorire e prendere certe importanti decisioni”.
Nel suo breve, ma pungente discorso, Bartolomeo ha anche accennato al sequestro dei due metropoliti Paulos ed Ioannis, del Patriarcato di Antiochia e della Chiesa siro-giacobita, esprimendo preoccupazione per la loro sorte e invitando tutti i presenti alla cena dell’iftar, a pregare per loro. Allo stesso tempo, egli ha rivolto un appello al governo turco perché intensifichi le ricerche per il loro ritrovamento. I due prelati sarebbero stati rapiti da gruppi di ribelli, oppositori del regime di Damasco, sostenuti dalla Turchia.
“Il loro sequestro – ha concluso Bartolomeo – ha molto turbato il mondo cristiano e sta suscitando molte preoccupazioni sulla sorte di tutti i cristiani del Medio Oriente, che sta diventando sempre più incandescente”.
Alla fine del suo discorso vi sono stati pochissimi applausi, mentre il sindaco di Istanbul ha espresso la sua solita presa di posizione a favore della riapertura di Chalki.
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