Gli arrestati sono i figli dei ministri degli Interni e dell’Economia. La “tangentopoli” turca, che sta mettendo a dura prova il governo del primo ministroRecep Tayyip Erdogan, ha già portato nei giorni scorsi a decine di altri arresti. Tra le accuse: corruzione, frode, traffico illecito d’oro e appropriazione indebita.
LA TANGENTOPOLI SUL BOSFORO
La tangentopoli turca si allarga e il premier Recep Tayyip Erdogan cerca di oltrepassare la crisi più seria della sua storia politica mentre molte delle teste che contano tra Ankara e Istanbul cadono come birilli e le quotazioni della lira turca precipitano toccando i minimi storici. Negli ultimi giorni sono stati rimossi 14 capi della polizia e la giustizia turca ha formalizzato le accuse nei confronti di otto delle decine di nomi eccellenti vicini al capo dell’esecutivo finiti da martedì nelle maglie del blitz anticorruzione della polizia finanziaria.
Per favori, mazzette e arricchimenti illeciti di vario genere restano in carcere i protagonisti più importanti della ragnatela delle tangenti, in particolare Baris Guler, Salih Kagan Caglayan e Oguz Bayraktar, figli dei ministri degli Interni Muammer Guler, dell’Economia Zafer Caglayan e della Pianificazione Urbana Erdogan Bayraktar. Con loro rimangono detenuti il sindaco Akp di Fatih, a Istanbul, Mustafa Demir, gli imprenditori Ali Agaoglu e Ruiza Sarraf, il direttore generale della banca pubblica e quattro collaboratori dei ministri Bayraktar e Caglayan. Ed è difficile capire comeErdogan, che ha parlato di complotto pilotato “dall’estero” contro il suo governo e sta procedendo a una serie di “purghe” per garantirsi la sopravvivenza politica, possa uscire senza troppi danni da una vicenda che lo mette in seria difficoltà a tre mesi dalla verifica delle elezioni municipali.
L’opposizione ha definito la vicenda “il più grande scandalo della storia della repubblica”. I giornali antigovernativi sparano a zero contro la corruzione della nomenclatura del governo islamico. E molti ci vedono anche la mano degli ex alleati della potente confraternita islamica guidata dal predicatore Fetullah Gulen in rotta con il premier. Intanto la tangetopoli del Bosforo ha avuto immediateripercussioni sui mercati finanziari. La quotazione della lira turca nei confronti del dollaro e dell’euro è precipitata ai minimi storici. E anche se la banca centrale turca è intervenuta per sostenere la sua divisa, è opinione tra i commentatori che la stabilizzazione non sarà né semplice né immediata, anche perché l’economia è in sofferenza, il deficit pubblico elevato e il tasso d’inflazione è superiore al 7% annuo.
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