TURCHIA – ( 22 Marzo )

Ankara saluta con favore il cessate il fuoco del PKK



La Turchia e la Casa Bianca hanno accolto positivamente la decisone del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, di abbandonare le ostilità. Ieri, il messaggio in tal senso inviato del leader separatista, in carcere, Abdullah Ocalan. Il servizio di Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3

E’ da Diyarbakir, nel sudest della Turchia, città nota per la massiccia presenza di curdi, che ieri la speranza di pace è diventata concretezza. Dopo quasi 30 anni di guerra e oltre 40 mila morti, davanti a migliaia di persone radunatesi per festeggiare il Capodanno curdo, è stato infatti letto un messaggio per la fine delle ostilità contro la Turchia. Il leader storico del Pkk, Anbullah Ocalan, rinchiuso dal 1999 nel carcere di Imrali, ha di fatto proclamando l’atteso cessate il fuoco: “Lasciate le armi e andatevene al di fuori delle frontiere”, ha dichiarato, invocando l’apertura di un negoziato di pace con Ankara. Il messaggio è stato letto da due deputati dello schieramento filo-curdo “Partito della pace e della democrazia” (Bdp). “Rispetteremo con determinazione il processo iniziato dal nostro capo. Tutti devono sapere che il Pkk è disposto tanto alla guerra che alla pace”, ha precisato poco dopo, Murat Karayilan, considerato il principale dirigente del Pkk dopo Ocalan. Karayilan dirige le operazioni dei ribelli curdi dalle basi arretrate della guerriglia nel Nord Iraq. Positive, anche se caute, le prime reazioni internazionali, prima tra tutte qualla della Turchia, che saluta con favore la decisione del Pkk, ma ribadisce che “metterà fine alle operazioni militari” contro i separatisti, se “non ci saranno più azioni armate contro lo Stato”. Positivo anche il giudizio della Casa Bianca, dall’Europa il ministro tedesco degli Esteri, Guido Westerwelle, sottolinea che ora “potrebbero esserci spazi per accordi politici” con cui giungere a una fine duratura del “conflitto e dalla violenza”, ma che ora “si tratta di vedere se agli annunci seguiranno passi concreti”.

Sull’annuncio fatto dal leader del Pkk, Abdullah Ocalan, abbiamo raccolto il commento del giornalista Alberto Rosselli, esperto dell’area:RealAudioMP3

R. – E’ un appello storico, Ocalan è sempre stato un uomo duro, un leader fortemente motivato nella sua battaglia per l’indipendenza del Kurdistan, fino ad acquisire l’appellativo di “terrorista” e finire in carcere per questo. Ora, aprire in senso pacifista, all’improvviso, vuol dire che qualcosa sta cambiando, indubbiamente. Certamente, bisogna essere cauti e vedere quale sarà la reazione anche delle varie anime del movimento curdo, poiché non siamo di fronte a un monolite, a entità che non è detto siano tutte completamente d’accordo sulle decisioni che vengono prese, anche dal capo storico Ocalan.

D. – Il capo militare del Pkk, Murat Karayılan, ha affermato che i ribelli obbediranno a questo appello. Si potrebbe creare dunque uno spiraglio per disarmare il terrorismo?

R. – Le dichiarazioni lascerebbero intendere più di uno spiraglio. Ricordiamoci anche che i movimenti di resistenza curdi sono sfiancati da questa perenne contesa con la Turchia e lo stesso vale per il governo di Ankara. Bisognerà anche vedere la questione degli elementi che sono disposti ad abbandonare le armi, dove potranno andare, perché in Siria c’è una situazione piuttosto difficile. Bisognerà vedere come reagirà l’Iran, come reagirà l’Iraq, Paesi che hanno minoranze curde. Poi, bisognerà anche vedere le reazioni della Russia e anche dell’Europa. Insomma, una buona notizia e un appello storico, ma è prematuro un giudizio del tutto positivo.

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del sito Radio Vaticana
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