Fermati, e pensa.

Il 24 aprile di 98 anni fa a Istanbul cominciava con un bagno di sangue il primo genocidio del secolo dei genocidi, quello del popolo armeno.
Il 24 aprile di 98 anni fa a Istanbul cominciava con un bagno di sangue il primo genocidio del secolo dei genocidi, quello del popolo armeno.
Domani in tutto il mondo, e anche in Italia si svolgeranno cerimonie religiose e civili (nella foto presentiamo un avvenimento che avrà luogo a Bari).
Anche la comunità armena di Roma ricorda questo tragico avvenimento, tanto più tragico in quanto è oggetto del negazionismo ufficiale da parte del governo di Ankara. A dispetto del fatto che anche in Turchia si levino con sempre maggiore frequenza voci che chiedono di fare i conti con un periodo oscuro del passato della Nazione. Qui di seguito pubblichiamo alcuni brani dellappello accorato della dalla Comunità armena di Roma.
Un altro 24 aprile di ricordo per il milione e mezzo di armeni sterminati dai turchi. Si avvicina il centenario, anzi lo tsunami del centenario come alcuni intellettuali turchi dissidenti lo hanno ribattezzato.
Gli armeni di tutto il mondo mantengono ben accesa la fiamma del ricordo e non desistono dalla loro azione di giustizia e verità.
Alcuni esponenti del mondo politico italiano abbracciano la logica della real politik, si fanno circuire dalle lusinghe turche ed azere, cedono alle tentazioni della politica del cavialecome ben hanno testimoniato i tentativi di incursione del regime azero dentro e fuori dal parlamento.
Il mondo dellinformazione, da par suo, pare a volte salvo lodevoli eccezioni quasi indifferente o distratto: con sconcertante superficialità si continua ad etichettare una corrente interna del Partito Democratico con il termine Giovani Turchi che richiama alla memoria del popolo armeno lorrore del Metz Yeghern (il Grande Male), nonostante gli stessi esponenti politici abbiano infine sconfessato tale imbarazzante appellativo legato al regime di terrore che condusse al Genocidio.
Eppure, nonostante tutto, cresce nellopinione pubblica italiana la consapevolezza di quanto accaduto allinizio del Novecento. Dal mondo della scuola arriva un incoraggiante segnale di cambiamento.
Il Consiglio per la comunità armena di Roma invita istituzioni, associazioni ed organizzazioni, media, a non dimenticare lorrore del genocidio armeno. La storia come lezione di vita, le pagine buie del Novecento come esempio negativo da non ripetere.
LEuropa deve molto agli armeni: nel campo dellarte, della cultura, della scienza; e per il loro sacrificio durante la Prima Guerra mondiale. LEuropa e lItalia (dove lingegno e la cultura armena tanto spazio ha trovato) devono essere vicini al popolo armeno e tutelare le comune radici.
Per questo il Consiglio per la comunità armena di Roma invita, con il suo slogan del 2013, a fermarsi e pensare un attimo a quanto accaduto nel 1915. A questo passato che non passa e che ha bisogno di essere ricordato. Basta poco.
Fermati e pensa.
Per non divenire inconsapevole complice del negazionismo.
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