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TURCHIA/VATICANO – (18 Maggio 2021)

Telefonata Papa/Erdogan: Göktaş (amb. Turchia presso Santa Sede), “Gerusalemme deve diventare una città di pace per tutti”

“La conversazione tenuta oggi (17 maggio, ndr) tra il Presidente Recep Tayyip Erdoğan e Papa Francesco dimostra l’importanza che la Turchia attribuisce ai rapporti con la Santa Sede anche sulla questione di Gerusalemme. Gerusalemme, come è stato sottolineato da parte di tutti e due i leader, è considerata una città sacra dagli ebrei, cristiani e musulmani”. È quanto scrive su Twitter l’ambasciatore della Repubblica di Turchia presso la Santa Sede, Lütfullah Göktaş riferendo sulla conversazione telefonica tra il presidente Erdoğan e il Pontefice, avvenuta ieri, la quarta dal 2017. “Come è stato ribadito in ogni occasione dal Presidente Erdoğan, – scrive l’ambasciatore – la Turchia è contro ogni forma di violenza. Gerusalemme deve diventare una città di pace per tutti. Ciò, potrebbe essere ottenuto tramite il riconoscimento di tutti i diritti dei Palestinesi e la cessazione degli attacchi israeliani contro i Palestinesi”. “La continuazione della politica di occupazione da parte di Israele è il principale ostacolo alla pace regionale. Gli attacchi contro i civili, tra cui anche bambini, la violenza e violazione contro la Moschea al-Aqsa, restrizioni e provocazioni sui luoghi di culto, compresa la Basilica del Santo Sepolcro non possono in nessuna circostanza essere accettabili” si legge ancora nel testo su Twitter. “La comunità internazionale non deve rimanere a guardare dinanzi ai recenti avvenimenti. La Turchia apprezza ogni impegno e ogni iniziativa mirata ad attuare la pace. La conversazione telefonica tra il Presidente Erdoğan e Papa Francesco durante il quale hanno scambiato opinioni sugli sviluppi recenti – per il diplomatico – è un segno concreto di questo fatto”. “Il Presidente Erdoğan e Papa Francesco che sono determinati a rafforzare le relazioni bilaterali tra la Turchia e la Santa Sede – riporta il Tweet – rivolgono un appello alla comunità internazionale perché si compiano dei passi concreti per stabilire la pace. Le differenze religiose non possono mai impedire all’umanità intera di impegnarsi insieme per la pace”.

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