Card. Béchara Raï: scelta del Papa è shock positivo per Chiesa e mondo
NellAnno della Fede, inaugurato dal Santo Padre l11 ottobre scorso, questo annuncio ha scioccato il mondo, ha provocato una scossa positiva nei cuori e costituisce un modello di comportamento. Così il patriarca maronita, cardinale Béchara Boutros Raï, ha commentato la rinuncia del Papa, secondo quanto riferisce AsiaNews. Ha poi aggiunto che questa decisione è un modello di esercizio dei propri doveri e un atto di fede, di coraggio e sincerità. In un Libano afflitto dalla corruzione sul piano politico e amministrativo, il cardinale ha sottolineato che si tratta di una lezione per tutti coloro che hanno incarichi di responsabilità nella Chiesa, nella società e nello Stato. Testimonia continua il porporato che la fede è un grande gesto di amore vero Cristo e la sua Chiesa, un atto di abbandono totale alla volontà di Dio e un profondo segno di abnegazione e umiltà. Il patriarca maronita ha infine ricordato che Benedetto XVI ha compiuto lultimo viaggio missionario del suo Pontificato proprio in Libano, dal 14 al 16 settembre 2012, quando ha firmato la sua Esortazione apostolica Chiesa in Medio Oriente, comunione e testimonianza. Lo scorso novembre, il Papa ha elevato il patriarca Béchara Raï alla dignità di cardinale, al fine di dare maggiore impulso al suo ministero patriarcale, in seno alla Chiesa universale. Egli, dunque, guiderà con le sue meditazioni, su incarico del Papa, i giovani libanesi nella Via Crucis, che sarà celebrata la notte del Venerdì Santo al Colosseo, il prossimo 29 marzo. Benedetto XVI ha fortemente voluto questa iniziativa, a seguito dellincontro di settembre a Berke, che ha toccato nel profondo il suo cuore. Recentemente, il patriarca si è recato a Damasco in occasione dellintronizzazione di Giovanni X Yazigi come nuovo Patriarca greco-ortodosso di Antiochia. Secondo quanto ha dichiarato allagenzia Fides larcivescovo maronita di Damasco Samir Nassar, Béchara Boutros Raï è stato lunico dei 15 patriarchi greco-ortodossi a valicare il confine siriano-libanese per essere presente alla celebrazione ed è stato accolto da tantissimi di fedeli che piangevano di gioia. Sebbene la Chiesa ortodossa rappresenti circa il 60% dei cristiani di Siria come afferma il presule nei due anni di conflitto l”emorragia” ha disperso più della metà delle parrocchie. Molte decine di migliaia di persone hanno lasciato il Paese per fuggire oltre confine, cercando poi rifugio nei quattro angoli del mondo. Larcivescovo Nasser teme che lindebolimento della comunità greco-ortodossa possa mettere a repentaglio il futuro di tutte le minoranze cristiane presenti in Siria. (V.C.)