Se la scelta del Libano, “dove le comunità cattoliche sono particolarmente numerose, era stata compiuta prima che la situazione in Siria degenerasse in conflitto aperto e sanguinoso”, oggi la guerra civile “non mette in questione il viaggio stesso, ma indubbiamente ne caratterizza un contesto in cui molti dei problemi affrontati due anni fa dall’assemblea del Sinodo del Medio Oriente non appaiono indirizzati a soluzione, ma ulteriormente acuiti”. I problemi della “convivenza fra i vari gruppi confessionali e religiosi, dialogo con l’islam e l’ebraismo, spinta dei cristiani verso l’emigrazione, libertà religiosa e democrazia” sono oggi più presenti che mai.
In questo contesto, “la presenza ispiratrice e orientatrice del Papa diventa assolutamente preziosa e
desiderata ancor più intensamente” per i cattolici e i cristiani tutti che, “pur essendo minoranza nella regione,
possono e devono dare un contributo di testimonianza di pace e di promozione di dialogo sofferto e vissuto”. “Benedetto XVI – conclude padre Lombardi – alzerà un grido inerme di speranza e di desiderio di pace per l’intera regione. Speriamo che venga ascoltato”.
http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/viaggio-in-libano-atto-di-grande-coraggio-e-speranza.aspx#