VATICANO/ISLAM – ( 22 Marzo )

L’INCONTRO CON GLI AMBASCIATORI
 
Il Papa: «Intensificare il dialogo con l’islam e i non credenti»
 

“Quanti poveri ci sono ancora nel mondo! E quanta sofferenza ancora incontrano”; così ha esordito il Papa incontrando questa mattina alle 11 nella Sala Regia i rappresentanti del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

“Questo scambio di saluti vuole essere idealmente l’abbraccio del Papa al mondo. La vostra numerosa presenza è anche un segno che le relazioni che i vostri Paesi intrattengono con la Santa Sede sono proficue, sono davvero un’occasione di bene per l’umanità. È questo, infatti, che sta a cuore alla Santa Sede: il bene di ogni uomo su questa terra!”. Il Papa si è augurato di poter “intraprendere un cammino con quei pochi Paesi che ancora non intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede”. 

Poi papa Francesco ha affrontato i temi che gli stanno più a cuore: “Sull’esempio di Francesco d’Assisi, la Chiesa ha sempre cercato di avere cura, di custodire, in ogni angolo della Terra, chi soffre per l’indigenza e penso che in molti dei vostri Paesi possiate constatare la generosa opera di quei cristiani che si adoperano per aiutare i malati, gli orfani, i senzatetto e tutti coloro che sono emarginati, e che così lavorano per edificare società più umane e più giuste”. 

Alla povertà materiale fa specchio la povertà spirituale, che “riguarda gravemente anche i Paesi considerati più ricchi”: si tratta della “dittatura del relativismo”, con una espressione cara a papa Benedetto XVI, “che lascia ognuno come misura di se stesso e mette in pericolo la convivenza tra gli uomini”. Di qui l’appello per la pace, così cara a San Francesco d’Assisi. “Non vi può essere pace vera se ciascuno è la misura di se stesso, se ciascuno può rivendicare sempre e solo il proprio diritto, senza curarsi allo stesso tempo del bene degli altri, di tutti, a partire dalla natura che accomuna ogni essere umano su questa terra”.

“Uno dei titoli del Vescovo di Roma è Pontefice, cioè colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini. Desidero proprio che il dialogo tra noi aiuti a costruire ponti fra tutti gli uomini, così che ognuno possa trovare nell’altro non un nemico, non un concorrente, ma un fratello da accogliere ed abbracciare!”. La missione di costruire ponti, ha aggiunto Francesco, deriva anche dalla sua origine italiana, quindi dal poter mettere insieme culture e tradizione lontane tra loro. 

“In quest’opera è fondamentale anche il ruolo della religione. Non si possono, infatti, costruire ponti tra gli uomini, dimenticando Dio. Ma vale anche il contrario: non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri. Per questo è importante intensificare il dialogo fra le varie religioni, penso anzitutto a quello con l’Islam, e ho molto apprezzato la presenza, durante la Messa d’inizio del mio ministero, di tante Autorità civili e religiose del mondo islamico. Ed è pure importante intensificare il confronto con i non credenti, affinché non prevalgano mai le differenze che separano e feriscono, ma, pur nella diversità, vinca il desiderio di costruire legami veri di amicizia tra tutti i popoli”.

Poi la conclusione: “Lottare contro la povertà sia materiale, sia spirituale; edificare la pace e costruire ponti. Sono come i punti di riferimento di un cammino al quale desidero invitare a prendere parte ciascuno dei Paesi che rappresentate. Un cammino difficile però, se non impariamo sempre più ad amare questa nostra Terra. Anche in questo caso mi è di aiuto pensare al nome di Francesco, che insegna un profondo rispetto per tutto il creato, il custodire questo nostro ambiente, che troppo spesso non usiamo per il bene, ma sfruttiamo avidamente a danno l’uno dell’altro”.

 

Il testo completo si trova su:

http://www.avvenire.it/Chiesa/Pagine/papa-incontro-diplomatici.aspx#

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