VATICANO/ISLAM – ( 9 Giugno )

TRE VOCI PER LA PACE
 
Con la preghiera si apre un varco fra le macerie

Il Vaticano – non spazio politico, potere occulto o manovratore finanziario – acquista il sapore di terra arata dalla Parola: per gli ebrei il tanto atteso Messia, per i cristiani il Messia Gesù Cristo, per i musulmani Allah, l’unico e vero Dio che ha creato l’intero universo. Per tutti insieme: il Signore Pace
Cristiana Dobner

 

Abramo, nostro Padre nella fede ritrova i suoi figli riuniti, non a spartirsi territori, a siglare trattati o a firmare accordi economici, ma a prendere coscienza di una realtà che dovrebbe permeare la storia di ciascuno e rendere il quotidiano storico diverso: la creazione è dono di Dio, la pace è dono di Dio. Solo così possiamo aprire una nuova epoca nella nostra storia travagliata.
Il rispetto assoluto della diversa fede dei figli di Abramo conduce a sottolineare ancora di più come la pace non sia il bene comune che uno dei due (o di due coalizzati contro il terzo) possa imporre per potere detenuto, forza dimostrata o astuzia diplomatica.
Tutti e tre sono inermi, presenti non in luogo politico o in un forum internazionale, ma semplicemente creature oranti.
Francesco non è potente Imperatore, Sovrano regnante ma Servo del Signore che annuncia un’era nuova, consegnata alle nostre mani perché vuote e supplici quale dono.
Il Vaticano – non spazio politico, potere occulto o manovratore finanziario – acquista il sapore di terra arata dalla Parola: per gli ebrei il tanto atteso Messia, per i cristiani il Messia Gesù Cristo, per i mussulmani Allah, l’unico e vero Dio che ha creato l’intero universo. Per tutti insieme: il Signore Pace.
Non è sincretismo, appianare le diversità o le discontinuità, in nome di una visibilità che si vuol dire fraterna. È l’accettazione reale e coinvolgente che solo le diversità, rispettate e non temute, possono unire senza annullare l’identità altrui.
La presenza di Bartolomeo, patriarca ortodosso, non è casuale ma vuol far comprendere ai cristiani, in primo luogo, all’umanità intera, in secondo, come nel nome di Colui che dona e porta lo Shalom, tutti possiamo unirci, senza timore.
L’inutilità, tanto deprecata e svilita, della preghiera, assurge così a valore assoluto: ogni creatura, dinanzi al Creatore invoca ed è priva di ogni sovrastruttura simile ad un puntello umano. Nudità che il Padre di tutti attende, perché attende che le persone se ne avvedano e chiedano a Lui l’aiuto.
Tre voci, in tre scansioni di lode, pentimento e invocazione di pace, in tre lingue:
 
Signore della Pace,
Divino Sovrano, al quale appartiene la pace!
Costruttore di Pace
Creatore di tutte le cose!
 
O Dio, Padre Onnipotente, noi qui riuniti
Ti preghiamo di trasformarci in strumenti della Tua pace,
assetati di giustizia, capaci di perdono e
fautori di riconciliazione.
 
O Dio, Tu sei pace, e la pace proviene da Te,
e a Te la pace ritorna.
 
Non è la somma delle voci distinte il fulcro dell’invocazione, lo è lo Spirito di Dio che coglie ogni singola tessera per formare nel mosaico l’unico intento, espresso sempre a tre voci:
 
Concedi pace, bontà, benedizione, grazia, amore e
rispetto, e misericordia; a noi e a tutto il nostro
popolo d’Israele e a tutto il mondo.
 
Benedici la Terra
Santa, affinché da quella Terra benedetta la pace
possa giungere fino ai confini del mondo.
Nel nome di Cristo nostro Signore. Amen.
 
O Dio, porta la pace nella terra della pace,
O Padrone di splendore ed onore, rimuovi
l’ingiustizia dagli oppressi in questa terra,
nutri il tuo popolo che ha fame, e proteggilo dalla paura,
tienilo lontano dal male e da coloro che
commettono il male, dagli aggressori iniqui,
O Signore dei Mondi.
 
Invocazione: corrente benefica creata fra i popoli, fertile respiro.
L’allerta mediatica dovrà superare la superficialità, la cronachistica, il commento politico e scavare più a fondo, ritrovare cioè quel Creatore che la globalizzazione elimina dalla Sua creazione e dalle coscienze di tutti.
Due religiosi, Francesco e Bartolomeo, due credenti, Peres e Abbas, senza paludamenti diplomatici o protocolli da rispettare: persone provate dalla guerra e dalla sua devastazione, che tentano di scavare fra le macerie e rimuoverle per aprire un varco e consegnarlo all’umanità perché invocano l’Altissimo.
Canta il salmo: “ma io come ulivo verdeggiante nella casa di Dio”, sia l’albero piantato insieme rigoglioso.
Simbolo e segno di Shalom, Pace, Salam per tutti.

Il testo completo si trova su:

http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/06/00288660_con_la_preghiera_si_apre_un_varco_fra_le_.html

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