Yemen: primo grande scambio di prigionieri tra le parti in conflitto
Michele Raviart – Città del Vaticano
Le parti in conflitto in Yemen hanno concluso domenica un accordo per il primo scambio di prigionieri di grande portata dall’inizio del conflitto nel 2014. Ad annunciarlo è stato un comunicato delle Nazioni Unite che stanno supervisionando i negoziati di pace tra il governo riconosciuto internazionalmente e sostenuto dai una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita e i ribelli sciiti Houti.
La base è l’accordo di Stoccolma del 2019
L’accordo, che non specifica ufficialmente il numero di persone coinvolte, rientra nell’accordo siglato nel 2019 a Stoccolma, che prevedeva lo scambio di 15 mila prigionieri tra i belligeranti. Il portavoce dei ribelli Houti ha tuttavia fatto sapere che saranno liberate 1.400 persone, tra cui Sauditi e Sudanesi. “In passato ci sono già stati degli scambi di prigionieri tra le parti”, spiega Eleonora Ardemagni, ricercatrice associata all’Ispi e assistente all’Università Cattolica, “ma in questo caso si tratta del primo scambio su larga scala ufficiale e dettagliato dopo una serrata negoziazione sotto l’egida delle Nazioni Unite”. “Questo scambio”, aggiunge, “arriva in un momento in cui i combattimenti, soprattutto nel nord del Paese, si sono nuovamente intensificati dopo una fase di riduzione della violenza nell’autunno 2019. E questo ci fa capire che i combattimenti e anche i raid sauditi degli ultimi giorni erano funzionali a posizionarsi nel miglior modo possibile prima di portare avanti le fasi più critiche del negoziato”.