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YEMEN – (17 Marzo 2022)

Yemen: Russell (Unicef), “4 bambini su 5 hanno bisogno di assistenza umanitaria

(foto Unicef)

“Lo Yemen è diventato un inferno per i bambini. Milioni di genitori non sanno se i loro figli riusciranno a sopravvivere da un giorno all’altro. Più di 10.200 bambini sono stati uccisi o feriti. La violenza continua, le mine e i residui bellici esplosivi sono una minaccia costante. Nello Yemen oggi, 4 bambini su 5 hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria. Senza una soluzione politica in vista, questi bisogni continueranno senza sosta”. E’ l’allarme lanciato da Catherine Russell, direttore Generale dell’Unicef, durante l’Evento di Alto livello sulla crisi umanitaria in Yemen. Russell elenca le cifre della crisi umanitaria: “Circa 2,2 milioni di bambini sotto i cinque anni sono colpiti da malnutrizione acuta. Più di mezzo milione soffre di malnutrizione acuta grave,, una condizione pericolosa per la vita. Quasi 8,5 milioni di bambini non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, aggravando il rischio di malattie trasmesse dall’acqua e di ulteriore malnutrizione. Più di 10 milioni di bambini e quasi 5 milioni di donne non possono accedere adeguatamente ai servizi sanitari o ricevere assistenza medica. Più di 2 milioni di bambini non vanno a scuola. Altri 4 milioni sono a rischio di abbandono, soprattutto le ragazze. Gli insegnanti non ricevono lo stipendio da più di quattro anni”. L’Unicef e i suoi partner hanno fornito acqua potabile a 8,8 milioni di persone – inclusi 5,3 milioni di bambini. Stanno aiutando più di 2 milioni di persone nelle aree rurali remote ad accedere ai centri sanitari pubblici, fornendo trasferimenti di emergenza in denaro a quasi 1,4 milioni di famiglie ogni trimestre e aiutando più di mezzo milione di bambini ad accedere all’istruzione formale e non formale. “Ma stiamo finendo i fondi – avverte Russell -. L’Unicef ha urgentemente bisogno di circa 240 milioni di dollari per sostenere il suo lavoro nei prossimi sei mesi”. Rinnova il suo appello a tutte le parti in conflitto “a tenere i bambini al sicuro in ogni momento e ad astenersi dagli attacchi alle aree popolate e alle infrastrutture civili vitali”, ad “un accesso umanitario continuo, incondizionato e ininterrotto” e “a mantenere aperti i porti e gli aeroporti per facilitare le consegne essenziali di forniture salvavita”.

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