Conflitto in Yemen: Un terzo dei raid aerei sauditi colpisce obiettivi civili
È quanto emerge da un’inchiesta di Yemen Data Project, gruppo formato da accademici, esperti e attivisti per i diritti umani. Su 8600 attacchi della coalizione araba, quasi 3200 hanno centrato scuole, moschee, ospedali, mercati, aree residenziali. Un mercato del governatorato di Marib colpito 24 volte. Riyadh parla di “danni collaterali” minimi.
Sana’a (AsiaNews) – Oltre un terzo degli attacchi sferrati dalla coalizione araba a guida saudita in Yemen hanno centrato obiettivi civili come scuole, ospedali, mercati, moschee ed infrastrutture economiche. È quanto emerge da una ricerca, la più approfondita sui danni provocati dal conflitto, e rilanciata di recente dal quotidiano britannico The Guardian; una indagine che contrasta con le dichiarazioni fatte a più riprese da Riyadh – e sostenute da Stati Uniti e Gran Bretagna – secondo cui i “danni collaterali” sarebbero minimi.
Condotta dallo Yemen Data Project, gruppo formato da accademici, esperti e attivisti per i diritti umani, la ricerca getta più di un’ombra sulle operazioni dei sauditi in Yemen e sul sostegno dei governi occidentali – in primis Londra e Washington – a Riyadh. Un aiuto anche in termini di armi, visto che solo la Gran Bretagna ha venduto armi per 3,3 miliardi di sterline all’Arabia Saudita dal marzo dello scorso anno.
Per i sauditi i risultati emersi nell’inchiesta sono “di gran lunga esagerati” e mettono in discussione le modalità di raccolta dei dati. Alcuni obiettivi, spiegano i vertici di Riyadh, in passato potevano essere scuole o edifici pubblici ma sono diventati nel tempo dei centri operativi o basi logistiche delle milizie ribelli Houthi.
Dal gennaio 2015 la nazione del Golfo è teatro di un sanguinoso conflitto interno che vede opposte la leadership sunnita dell’ex presidente Hadi, sostenuta da Riyadh, e i ribelli sciiti Houthi, vicini all’Iran. Nel marzo 2015 una coalizione araba a guida saudita ha promosso raid contri i ribelli, finiti nel mirino delle Nazioni Unite per le vittime, anche bambini. Ad oggi sono morte circa 10mila persone, di cui oltre 3700 civili. Almeno 2,5 milioni gli sfollati del conflitto.
L’inchiesta, indipendente e slegata da ogni fazione attiva nel conflitto, è basata su dati disponibili al pubblico e corroborata da indagini sul terreno. Essa riporta oltre 8600 raid aerei fra il marzo 2015 e la fine di agosto. Di questi, 3577 hanno centrato obiettivi militari e 3158 siti non militari, o civili. Quando non è stato possibile identificare la natura dell’obiettivo, l’esito del raid è stato etichettato come “sconosciuto” in 1882 casi.
La ricerca di Yemen Data Project si è focalizzata sui danni provocati dai raid aerei sauditi – sebbene anche gli Houthi si siano macchiati di violenze contro i civili – perché più facili da identificare e confermare in modo indipendente rispetto alle operazioni sul terreno. E certifica con dati e testimonianze gli attacchi ripetuti contro scuole e ospedali, che hanno fatto sollevare da più parti la richiesta di un’indagine indipendente Onu.
Fra gli esempi vi sono un edificio scolastico a Dhubab, nel governatorato di Taiz, centrato almeno nove volte dai caccia sauditi. E ancora, un mercato di Sirwah nel governatorato di Marib, colpito ben 24 volte.
La coalizione araba a guida saudita ha inoltre colpito più obiettivi non militari che siti militari per almeno cinque dei 18 mesi presi in esame dall’inchiesta: ottobre 2015 (291 contro 208); novembre 2015 (126 contro 34); dicembre 2015 (137 contro 62); febbraio 2016 (292 contro 139); marzo 2016 (122 contro 80). Nell’arco del conflitto si sono registrati 942 attacchi contro luoghi residenziali, 114 contro mercati, 34 hanno centrato moschee, in 147 le scuole, in 26 le università e in 378 i mezzi di trasporto.
Intervistato durante la recente visita a Londra sui dati emersi nell’inchiesta il ministro saudita degli Esteri Adel bin Ahmed al-Jubeir ha difeso l’operato dell’aviazione che definisce “professionale” e dotata di “armi ad alta precisione”. Egli ha aggiunto inoltre che gli Houthi hanno “trasformato scuole e ospedali in depositi di munizioni e armamenti, dunque non si tratterebbe più di obiettivi civili. Sono target militari”.
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