AFGHANISTAN – (6 Dicembre)

Afghanistan. Attacco contro gli sciiti: quasi 60 morti

Quasi 60 morti e oltre 100 feriti costituiscono il drammatico bilancio dell’attentato che stamani a Kabul ha colpito una processione sciita durante la festività islamica dell’Ashura. Proprio ieri, la conferenza tenutasi a Bonn aveva evidenziato la necessità che il supporto internazionale al Paese asiatico continui almeno per altri dieci anni. Il servizio di Giancarlo La Vella:RealAudio   MP3

Un attacco micidiale che aveva come obiettivo quello di provocare una strage di persone inermi, che partecipavano a una cerimonia religiosa. E strage è stata, con un tragico bilancio di vittime che aumenta di ora in ora. L’attacco è stato rivendicato in giornata da un’organizzazione terroristica islamica del Pakistan. Il gruppo si è distinto in passato per attacchi mirati a personalità iraniane e fedeli sciiti in Pakistan. Ma questo di Kabul non è il solo episodio di sangue avvenuto oggi. Quattro persone sono rimaste uccise in un altro attentato a Mazar I Sharif, nel nord del Paese, mentre numerosi feriti si contano a Kandahar, vittime dell’esplosione di una moto-bomba. “Mai prima d’ora, in un giorno sacro come l’Ashura si erano verificati episodi di tale portata”: questo il commento del presidente afghano, Hamid Karzai, da Berlino dove, all’indomani della Conferenza internazionale di Bonn, ha incontrato la cancelliera Angela Merkel. Il capo del governo tedesco, alla luce della situazione, ha sottolineato che per raggiungere la pace in Afghanistan è necessaria unicamente una soluzione politica. La comunità internazionale – aveva detto ancora la Merkel – non abbandonerà comunque Kabul nel difficile processo di pacificazione. Da qui, il rinnovato impegno decennale in supporto del processo di stabilizzazione afghano. Dalla sua, l’opposizione talebana – che ha espresso ferma condanna per i fatti di sangue odierni, giudicandoli anti-islamici – ha invece liquidato l’evento della Conferenza di Bonn, alla quale hanno partecipato rappresentanti di un centinaio di Paesi e di 15 organizzazioni internazionali, definendola “un’altra futile riunione”.

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