AFGHANISTAN – ( 6 FEBBRAIO )

AFGHANISTAN 
Aumentano i morti civili in Afghanistan, oltre tremila nel 2011
Secondo il rapporto della Missione Onu in Afghanistan, circa il 77% delle vittime si deve ai continui attacchi suicidi e alle violenze dei gruppi legati ai talebani. Dal 2007 i morti civili ammontano a 11.800. Fonti di AsiaNews sottolineano il clima di estrema insicurezza vissuto dalla popolazione e l’inutilità di 10 anni di guerra. 

Kabul (AsiaNews) – Aumenta il numero delle morti civili in Afghanistan. Lo afferma il rapporto della Missione Onu in Afghanistan pubblicato nei giorni scorsi. Secondo lo studio nel 2011 sono 3.021 le vittime civili morte in attentati dei talebani e bombardamenti aerei dell’esercito, 609 in più rispetto al dato del 2009 e 231 rispetto al 2010. Dal 2007 a oggi il numero dei morti ammonta a 11.864. 

Fonti di AsiaNews spiegano che tale situazione è causata dall’aumento degli attentati compiuti dalla forze antigovernative. “Tutto il Paese è ormai un posto insicuro – spiegano – anche la capitale è diventata un campo di battaglia fra esercito e gruppi anti-governativi che appoggiano i talebani. In novembre sono morte oltre 40 persone in un attacco contro la moschea di Baghlan nel nord del Paese”. Il 77% delle vittime del 2011 è morto in attentati suicidi, esplosione di ordigni e sparatorie con una crescita del 14% rispetto al 2010. Di questi, 967 sono stati uccisi da mine e altri ordigni piazzati in centri abitati, le vittime sono soprattutto bambini. I morti im bombardamenti delle forze internazionali e operazioni militari sono circa 410. 

La fonte sottolinea che l’incremento delle violenze contro obiettivi civili è un segno di come questa guerra decennale non sia servita a nulla. “Alle morti civili delle guerra, si devono aggiungere le centinaia di vittime silenti delle violenze tribali e familiari, sempre più comuni anche in aree controllate dalle forze occidentali”. La fonte cita il caso di una donna strangolata dal marito perché colpevole di aver partorito la terza figlia femmina e non un maschio. L’omicidio, avvenuto a fine gennaio, ha attirato di nuovo l’attenzione sui diritti delle donne afghane sottoposte a qualsiasi sevizia e sopruso, proprio nelle mura domestiche. 

“Quello che molti si domandano – aggiunge la fonte – è cosa ha portato di nuovo l’occidente in questo Paese? Perché l’Europa e gli altri Paesi non si indignano a queste morti silenziose che dicono molto di più della sofferenza di questo popolo rispetto alle percentuali dei resoconti Onu? Perché si continuano a spendere soldi per rafforzare l’esercito e non per creare infrastrutture, scuole, case che darebbero a questa popolazione un segno tangibile dell’utilità di 10 anni di guerra?”  (S.C.)

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