Pakistan: i cristiani allestero chiedono di creare un Osservatorio sulla libertà religiosa
Urge creare un think-tank, che funga da Osservatorio e Centro Studi, per monitorare lo status dei cristiani in Pakistan, le loro difficoltà e sfide: è la proposta emersa durante un seminario svoltosi nei giorni scorsi a Rawalpindi, organizzato dalle comunità di cristiani pakistani allestero. Al seminario, dal titolo Le sfide dei cristiani in Pakistan: come garantire libertà religiosa e diritti umani, hanno partecipato uomini politici cristiani, imprenditori, attivisti per i diritti umani, sacerdoti e religiosi, dal Pakistan e dallestero. Durante il seminario rende noto lagenzia Fides si è ricordato che i cristiani pakistani devono uscire dallautocommiserazione e dalla sindrome di minoranza; devono puntare di più sullunità e sulla formazione, cercando di essere presenti sulla scena politica e nellamministrazione pubblica. Per questo, ha detto Zeeshan Joseph della All Pakistan Christian League, la proposta di un Osservatorio, sostenuto dai cristiani pakistani allestero, potrebbe essere molto preziosa. Secondo Pervaiz Rafique, parlamentare cristiano in Pakistan, i fedeli oggi mancano di una forte guida politica: Dovremmo unirci sulle grandi questioni nazionali: quando è stata – ha chiesto – l’ultima volta che 100.000 cristiani si sono riuniti per far sentire la loro voce ?. Joseph Francis, pakistano cristiano che vive nel Regno Unito, ha affermato che le minoranze religiose in Pakistan, come cristiani e indù, sono vittime di una discriminazione costituzionale. Hanno libertà religiosa – ha osservato – e i diritti solo sulla carta, non nella realtà. Per il professor Salamat Akhtar, fondatore del partito cristiano All Pakistan Christian League, è necessario concentrarsi sull’istruzione e sulla presenza dei cristiani nei servizi e nellamministrazione pubblica. I cristiani pakistani all’estero amano il loro Paese e vogliono aiutare i fedeli in Pakistan, ha concluso Cornelius Mohsin, della Christian Pakistan Alliance, giunto dagli Stati Uniti. In primis ha proseguito si deve esigere un censimento, per conoscere la reale entità delle comunità cristiane. Poi, occorre agire a livello legislativo: i cristiani, concentrando i loro voti, se una legge lo consentisse, potrebbero riuscire ad eleggere 17-20 parlamentari, divenendo in tal modo significativi e godendo di una voce forte nella nazione. (A.L.)
Urge creare un think-tank, che funga da Osservatorio e Centro Studi, per monitorare lo status dei cristiani in Pakistan, le loro difficoltà e sfide: è la proposta emersa durante un seminario svoltosi nei giorni scorsi a Rawalpindi, organizzato dalle comunità di cristiani pakistani allestero. Al seminario, dal titolo Le sfide dei cristiani in Pakistan: come garantire libertà religiosa e diritti umani, hanno partecipato uomini politici cristiani, imprenditori, attivisti per i diritti umani, sacerdoti e religiosi, dal Pakistan e dallestero. Durante il seminario rende noto lagenzia Fides si è ricordato che i cristiani pakistani devono uscire dallautocommiserazione e dalla sindrome di minoranza; devono puntare di più sullunità e sulla formazione, cercando di essere presenti sulla scena politica e nellamministrazione pubblica. Per questo, ha detto Zeeshan Joseph della All Pakistan Christian League, la proposta di un Osservatorio, sostenuto dai cristiani pakistani allestero, potrebbe essere molto preziosa. Secondo Pervaiz Rafique, parlamentare cristiano in Pakistan, i fedeli oggi mancano di una forte guida politica: Dovremmo unirci sulle grandi questioni nazionali: quando è stata – ha chiesto – l’ultima volta che 100.000 cristiani si sono riuniti per far sentire la loro voce ?. Joseph Francis, pakistano cristiano che vive nel Regno Unito, ha affermato che le minoranze religiose in Pakistan, come cristiani e indù, sono vittime di una discriminazione costituzionale. Hanno libertà religiosa – ha osservato – e i diritti solo sulla carta, non nella realtà. Per il professor Salamat Akhtar, fondatore del partito cristiano All Pakistan Christian League, è necessario concentrarsi sull’istruzione e sulla presenza dei cristiani nei servizi e nellamministrazione pubblica. I cristiani pakistani all’estero amano il loro Paese e vogliono aiutare i fedeli in Pakistan, ha concluso Cornelius Mohsin, della Christian Pakistan Alliance, giunto dagli Stati Uniti. In primis ha proseguito si deve esigere un censimento, per conoscere la reale entità delle comunità cristiane. Poi, occorre agire a livello legislativo: i cristiani, concentrando i loro voti, se una legge lo consentisse, potrebbero riuscire ad eleggere 17-20 parlamentari, divenendo in tal modo significativi e godendo di una voce forte nella nazione. (A.L.)
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