R. E stata come dire una lunga campagna che ha viso fasi diverse. Una prima fase, molto breve, di guerra contro i talebani, con una rapida loro sconfitta apparente sconfitta, ahimé e poi una lunga fase, diversi anni, di ricostruzione del Paese condotta malissimo. Ci siamo distratti troppo per altri eventi e abbiamo ripreso seriamente in mano la questione afghana solo a partire dal 2008-2009, quando probabilmente era già troppo tardi e cerano già chiari segnali di un sostanziale fallimento della nostra missione.
D. Lei diceva: siamo stati distratti da altri eventi. Probabilmente siamo stati distratti un po troppo dallIraq. Quanto ha influito questo sulla brutta condotta in Afghanistan?
R. Troppo, perché lIraq non è stato soltanto unaltra guerra, è stata una guerra che ha assorbito e enormemente le forze statunitensi, ma è stata una guerra che ha rotto il fronte della comunità internazionale, ha diviso alleati che combattevano assieme in Afghanistan. In Afghanistan, per anni, troppo pochi uomini, troppo pochi mezzi, troppo pochi soldi, soprattutto una strategia confusa che non ha puntato soprattutto a dare sostegno e risposte agli afghani comuni e ha sostenuto troppo, invece, unélite politica corrotta e inconcludente come quella attualmente al potere.
D. Dobbiamo dire che, in tutto questo, il presidente Karzai appoggiato dagli Stati Uniti, in questi anni ha tentato un colloquio con i talebani, soprattutto nel momento in cui si è accorto che non erano usciti di scena del tutto. Invece, le ultime notizie parlano di una rottura completa dei contatti. A che punto siamo, oggi?
R. Siamo ad un punto molto confuso. Karzai ha deluso enormemente le aspettative: non ha dato benessere, non ha contrastato la corruzione, con i talebani ha avuto un atteggiamento troppo duro allinizio, probabilmente, e poi man mano che diventava chiaro il loro ritorno, ha cercato compromessi e trattative. Il fatto è che taleban è una parola che dice poco o nulla, ma sotto vi sono tantissimi gruppi diversi. Con alcuni ci si può trattare, perché vogliono soldi, poteri e prebende. Altri sono più fortemente ideologizzati. Ora, con il declino dellinteresse occidentale, la stanchezza dopo dieci anni di guerra, la mia percezione è che sempre più gruppi di insorti puntino alla vittoria totale, dopo che gli occidentali se ne saranno andati.
D. In tutto questo, il Paese ancora oggi a distanza di anni è lontano dalla normalizzazione, ed è un Paese che svolge tutte le proprie attività amministrative con una base di corruzione altissima. Come riuscirà a risolvere i suoi problemi?
R. LAfghanistan è sempre stato un Paese fragile perché vi sono tantissime etnie in profonda rivalità, perché il centro non ha mai controllato le periferie E devo dire che 30 anni e più di guerra civile dopo linvasione sovietica del 79, hanno distrutto le prospettive di futuro di questo Paese e hanno fatto emergere tutto il peggio. Questo non significa far perdere le speranze: io credo che si debba aiutare non per proporre modelli irrealistici, ma per cercare di far tornare le parti migliori delle popolazioni afghane, riducendo larbitrio, riducendo la corruzione, e dando soprattutto prospettive socio-economiche credibili alla popolazione normale. (gf)