
Il ruolo della Cina. Tra gli oltre 100 delegati, provenienti da più di 80 Paesi, un ruolo da protagonista lha però svolto lunico capo di governo non africano presente, il premier cinese Li Keqiang: da lui è arrivata la promessa di altri 10 miliardi di dollari per la cooperazione e gli investimenti, che si aggiungono ai 20 già stanziati da Pechino. Altri due miliardi andranno a rafforzare la dotazione del fondo Cina-Africa per lo sviluppo, e dieci milioni saranno destinati alla protezione della biodiversità e della fauna africane. Li Keqiang ha inoltre sottolineato come uno degli ostacoli alla crescita del continente siano le infrastrutture (per cui il Forum stima serviranno 93 miliardi di dollari lanno solo in Africa Occidentale): cè necessità, a suo parere, di una rete di strade e ferrovie che vada oltre le frontiere nazionali, così come di scali aerei regionali. Anche in questo ambito il premier cinese ha ribadito alle delegazioni africane il sostegno della Repubblica Popolare, che – ha spiegato con un evidente riferimento critico ai Paesi occidentali – non sarà mai legato a condizioni politiche. A favore di un maggiore coinvolgimento di Pechino si è pronunciata anche Ngozi Okonjo-Iweala, ministro nigeriano delle Finanze: I Cinesi vogliono avere una relazione a lungo termine con noi – ha dichiarato con convinzione – e non vogliono solo sfruttare le nostre risorse naturali, unaccusa che è stata spesso rivolta loro. Certamente i cinesi hanno a cuore i loro interessi, ha riconosciuto Okonjo-Iweala, dicendosi però convinta del fatto che ora lAfrica è matura per inserirsi da protagonista nelleconomia mondiale.
Allarme disoccupazione. La preoccupazione più grande dei partecipanti al summit è stata però per il tasso di disoccupazione, che nel continente non accenna a scendere nonostante il prodotto interno lordo sia, percentualmente, in forte crescita da anni. Un esempio è proprio la Nigeria, dove, ha ricordato lo stesso presidente Goodluck Jonathan, circa il 24% della popolazione è senza lavoro, e si tratta principalmente di giovani intorno ai 20 anni. Entro il 2020, poi, circa altri 112 milioni di persone saranno entrate a far parte della forza-lavoro potenziale del continente, ha proseguito il capo di Stato, definendo la prospettiva spaventosa e un grido dallarme affinché tutti noi in Africa lavoriamo più duramente per creare occupazione. Uno dei settori su cui puntare in questo senso potrebbe essere quello dellagricoltura, considerato strategico dal presidente della banca Africana di Sviluppo, Donald Kaberuka, e dal ministro nigeriano competente, Akinwunmi Adesina. Lagricoltura, secondo Adesina, ha tutto quel che serve per rendere inclusiva la crescita, e i leader africani dovrebbero fare leva sul settore privato perché vi investa, oltre che trovare denaro sui vari mercati nazionali del capitale per sostenere il comparto, che – secondo i dati forniti durante il summit dalleconomista Tony Elumelu – vale ancora il 40% del pil del continente.
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