ASIA/INDIA – (21 Settembre)

Oltre 55 attacchi anticristiani nel 2011; per i Vescovi "urge una legge per tutelare le minoranze"

Bangalore (Agenzia Fides) – Una chiesa attaccata e danneggiata in Karnataka due giorni fa; un incontro di preghiera interrotto e impedito da estremisti in Madhya Pradesh; 7 cristiani arrestati in Andhra Pradesh e un Pastore protestante arrestato in Uttar Pradesh, con la falsa accusa di “conversioni forzate”: sono gli ultimi episodi che fonti nella comunità cristiana indiana riferiscono all’Agenzia Fides, notando che gli episodi di violenza perpetrati da gruppi radicali indù nei confronti dei cristiani continuano. Secondo un Rapporto inviato a Fides dal “Global Council of Indian Christians” (GCIC) – organismo ecumenico che monitora la condizione dei fedeli nel paese – nel 2011 si sono verificati almeno 55 gravi casi di violenze, dei quali 35 in Karnataka e 20 in Orissa. Ma la cifra non abbraccia centinaia di episodi riguardanti intimidazioni, percosse, minacce, interventi per disturbare assemblee domestiche, piccoli danni a edifici e luoghi di culto. “Tutto ciò non solo disturba la pace e l’armonia nel paese, ma danneggia anche l’immagine del paese all’estero” nota il GCIC, ricordando che l’India è menzionata negativamente nel recente Rapporto sulla Libertà religiosa nel mondo, del Dipartimento di Stato USA.  Per questo i Vescovi indiani “sostengono con forza l’adozione di un provvedimento legislativo a tutela delle minoranze, etniche e religiose in India”, commenta in un colloquio con l’Agenzia Fides Sua Ecc Mons. Vincent Concessao, Arcivescovo di New Delhi. Intanto è fermo in Parlamento il “Communal Violence Bill”, proposta di legge del governo (guidato dal Partito del Congresso), che intende prevenire e dare allo stato federale maggiori poteri, in caso di violenze verso le minoranze (vedi Fides 7/6/2011).
L’Arcivescovo spiega a Fides: “I partiti di opposizione (come il Baratiya Janata Party, partito nazionalista indù), ma anche il Trinamool Congress, partito nella coalizione di governo, si oppongono al provvedimento: affermano che, per proteggere le minoranze, esso danneggerebbe la maggioranza. Ma il fine della legge è solo prevenire la violenza, adottando misure adeguate e penalizzando fortemente coloro che innescano e portano avanti conflitti. Per questo continueremo a chiedere al governo di approvare la legge, facendo pressioni insieme con tutte le minoranze etniche e religiose. Speriamo sia approvato per il bene dell’India: contribuirà a creare armonia sociale e migliorerà il buon nome del paese a livello internazionale”. (PA) (Agenzia Fides 21/9/2011)

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