ASIA/PAKISTAN – ( 14 Aprile )

ASIA/PAKISTAN – Il Vescovo di Islamabad: “La fede e l’impegno dei laici per il futuro della Chiesa e della nazione”

Islamabad (Agenzia Fides) – “Nella Chiesa in Pakistan è il tempo dei laici. Possiamo contare sulla profonda fede e sul vigoroso impegno dei laici, che costituiscono il futuro della Chiesa e devono essere parte della classe dirigente del paese”: lo dice all’Agenzia Fides S.Ecc. Mons. Rufin Anthony, Vescovo di Islamabad-Rawalpindi, raccontando uno spaccato della realtà ecclesiale pakistana, immersa in un tessuto sociale a larga maggioranza musulmana.
Per la cura pastorale dei 180mila fedeli che vivono nella diocesi, nel nord della provincia del Punjab, vi sono 34 sacerdoti che, su indicazione del Vescovo, incoraggiano movimenti e associazioni laicali, che contribuiscono “alla crescita spirituale, alla fede, all’impegno ecclesiale e sociale del laicato”. Negli ultimi anni nella diocesi hanno avuto un impulso il movimento dei Focolari, il Rinnovamento nello Spirito, i Neocatecumenali, la Comunità di Sant’Egidio e altri. “Vogliamo dare, tramite questi movimenti, centralità alla Parola di Dio nella vita delle famiglie: questo è l’alfabeto della nostra fede”, spiega il Vescovo. “E vogliamo rimarcare nel lavoro pastorale la corresponsabilità del laicato”, continua.
Il Vescovo ricorda il tempo in cui “i missionari hanno evangelizzato questo territorio: il loro metodo è stato soprattutto quello dell’istruzione, con l’istituzione di molte scuole”. “Oggi urge continuare quest’opera nel campo della formazione e dell’istruzione, per far sì che i cristiani possano essere parte della classe dirigente del paese. Per questo è importante puntare sul laicato”, spiega Mons. Anthony. “In Pakistan – ricorda – i cristiani spesso appartengono a fasce povere ed emarginate, che fanno i lavori più umili e sono al limite della sopravvivenza: si può dare loro dignità solo attraverso lo strumento fondamentale dell’istruzione”.
Mons. Anthony si dice fiducioso anche nei rapporti con i musulmani: le famiglie cristiane infatti, “hanno buone relazioni con le famiglie musulmane e questa è la base per una serena convivenza nella società. Nonostante la formazione e la fede diversa, c’è un punto di vista comune nell’essere tutti parte della famiglia umana e nel rispetto della dignità umana”.(PA) (Agenzia Fides 14/4/2012)

Il testo completo si trova su:
http://www.fides.org/aree/news/newsdet.php?idnews=38873

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