Egitto. Tensione per il venerdì di Ramadán, nuove vittime nel Sinai



Secondo venerdì del mese sacro di Ramadán, in Egitto, dove è attesa una nuova giornata di proteste contrapposte. La Fratellanza musulmana ha chiamato i suoi in piazza con la promessa che la manifestazione odierna manderà al mondo un messaggio sentito dalla maggior parte degli egiziani: che il golpe avvenuto in Egitto ha confermato la fine della sovranità del popolo. Sul fronte opposto, anche i ribelli Tamarod fanno sapere che torneranno a protestare. Intanto le forze armate egiziane comunicano che garantiranno il diritto a manifestare pacificamente, ma risponderanno con fermezza se si verificheranno violenze. Il ministero degli Esteri egiziano ha revocato il passaporto diplomatico al deposto presidente Morsi, alla sua famiglia e al suo staff: la decisione è stata presa dal presidente ad interim Mansour, che ieri è apparso in video per il suo primo discorso alla nazione in occasione dei 30 anni dalla guerra del Kippur, ribadendo che lobiettivo della rivoluzione del 30 giugno era ristabilire la statura e il prestigio dellEgitto. Infine si continua a morire nel Sinai: anche oggi, nel nord, un poliziotto è stato ucciso e uno è rimasto ferito in quella che è diventata ormai terra di nessuno, tanto che Israele ha consentito al Cairo di schierare truppe.