MILANO – «Denuncerò alla magistratura chi mi accusa di essere dietro gli scontri che si registrano in questi gironi in piazza Tahrir» al Cairo. Il leader liberale egiziano Ayman al-Nour risponde a quanto è apparso sulla stampa egiziana, dove fonti dei militari lo accusava di essere il mandante degli scontri in corso al Cairo. «Si stanno vendicando per l’iniziativa che ho portato avanti nelle scorse settimane nella quale chiedevo la fine della giunta militare e il passaggio dei poteri a un organismo civile», sostiene Ayman al-Nour, considerato da tutti come il futuro candidato alle presidenziali in Egitto.
BILANCI – Nel quinto giorno consecutivo di proteste, nuovi scontri sono scoppiati all’alba a piazza Tahrir. Quattro persone sono rimaste uccise. Le autorità non parlano di morti bensì di quattro feriti. Cinquantasette sarebbero, invece, i feriti secondo i manifestanti. Un responsabile del ministero della Sanità ha detto alla tv di Stato che quattro persone sono rimaste ferite, mentre un coordinatore dei soccorsi dei manifestanti, Mohamed Mustafa dice che quattro persone sono state uccise. «Gli scontri ci sono stati tra le 3.30 e le 5 del mattino (le 2.30 e le 4 in Italia)», ha detto. Secondo altri testimoni, ci sono stati lanci di pietre e spari. Un medico di un ospedale da campo installato dai manifestanti di aver visto un bambino di 14 anni colpito da un proiettile al petto. Nelle ultime ore è ritornata la calma in piazza Tahrir.
PROIETTILI – Per il quinto giorno consecutivo, i militari egiziani hanno sparato proiettili contro i manifestanti, oltre ad aver usato bastoni e gas lacrimogeni per disperdere la folla accampata in piazza Tahrir, simbolo della rivolta che ha portato alle dimissioni l’ex presidente Hosni Mubarak. E dove ora continuano la protesta e le manifestazioni per chiedere che la giunta militare rimetta i suoi poteri a favore di un’autorità civile. I manifestanti accusano le forze della polizia e dell’esercito di aver usato proiettili veri.
FERITI – I feriti sono stati portati nella moschea Omar Mukram dove è stato allestito un ospedale da campo. Il primo dei tre morti si chiamava Mohammad Samir Maslaha ed aveva 20 anni. Sarebbe stato ucciso in via Talaat Harb. La seconda vittima aveva la stessa età e si chiamava Mohammad Mustafa Hussein Sayed. Era uno studente di ingegneria ed è stato ucciso in piazza Tahrir. Il terzo infine si chiamava Islam Abdel Hafith, deceduto nell’ospedale da campo allestito nella moschea per le ferite riportate in piazza.
CARICA ALL’ALBA – Secondo testimoni, centinaia di forze governative in tenuta antisommossa hanno aperto il fuoco contro i manifestanti pacifici. «Hanno inseguito i manifestanti e dato fuoco a qualsiasi cosa che trovavano sulla loro strada, compresi dispositivi medici e coperte», ha raccontato un testimone. In quattro giorni di sanguinosa repressione a piazza Tahrir sono morti 14 manifestanti e oltre 500 sono rimasti feriti. Al momento la piazza è controllata dai manifestanti.
Redazione Online
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