20 morti e centinaia di feriti: è il bilancio degli scontri che ieri e stanotte hanno visto fronteggiarsi esercito e polizia con migliaia di manifestanti in piazza Tahrir, al Cairo, luogo simbolo della rivoluzione dello scorso gennaio. Le proteste spiega al Sir padre Luciano Verdoscia, missionario comboniano che da circa 20 anni vive ed opera nella capitale egiziana sono scoppiate a causa degli arresti e dei processi sommari da parte dellesercito con condanne inflitte ai manifestanti che avevano partecipato ad attività politiche. In Egitto, è bene ricordarlo, vige ancora la legge marziale. La popolazione, nei cui strati non si annoverano solo i giovani della rivoluzione ma anche forze islamiste, hanno chiesto la loro liberazione. La velocità di questi processi contrasta con il ritardo con cui vengono condotti quelli contro la corruzione e lingiustizie del vecchio regime causando irritazione nella gente. Ma cè un secondo motivo alla base degli scontri: è quello dei princìpi sovracostituzionali, che hanno creato grande dibattito e attraverso i quali lEsercito vorrebbe garantirsi alcuni privilegi legati alla gestione del potere e del governo. Questa situazione ha scatenato le manifestazioni avviate dagli islamisti che poi hanno abbandonato la piazza lasciandola ai giovani. (segue)
13:14 – EGITTO: P.VERDOSCIA (COMBONIANO), CAMMINO VERSO DEMOCRAZIA DEVE CONTINUARE (2)
Negli scontri è riapparsa, poi, la polizia della sicurezza di Stato, smantellata dopo la caduta di Mubarak, ma che ha ripreso le sue attività contribuendo a creare ulteriori disordini. In questo scenario il voto del 28 novembre rischia, afferma il comboniano, di trasformarsi in un bagno di sangue. Tuttavia la rivoluzione ha scosso la coscienza della gente. Nonostante lo spettro del fondamentalismo il processo democratico deve continuare e la gente ne ha piena coscienza e non si lascerà andare. Le manifestazioni di questa estate sono state segnate dalla presenza di teppisti collegati con polizia e forze armate – che hanno provocato disordini così da giustificare la repressione e la violenza dellesercito. La stessa strategia è stata applicata anche questa volta. E un Egitto che va al voto tra mille contraddizioni e tensioni conclude il religioso – ma con grande voglia di avanzare nel cammino verso la democrazia.
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