Il Cairo (AsiaNews) La vittoria dei partiti islamici fa paura ai cristiani, ma esprime il volere della popolazione egiziana. È quanto afferma ad AsiaNews P. Rafic Greiche, portavoce della Chiesa cattolica egiziana, sulla salita al potere di Fratelli musulmani e salafiti che nelle recenti elezioni hanno raccolto oltre il 60% dei voti. Durante le votazioni continua il sacerdote essi hanno commesso molte irregolarità, ma nulla di paragonabile alle finte elezioni degli anni di Mubarak. Per non perdere consensi spiega i partiti islamici stanno mantenendo in questa fase iniziale un basso profilo. Nei giorni scorsi hanno più volte dichiarato che cristiani e minoranze religiose avranno gli stessi diritti dei cittadini musulmani, ma è ancora prematuro fare pronostici positivi o negativi.
La prima seduta del parlamento egiziano dopo la deposizione di Mubarak si è aperta questa mattina alle 11 (ora locale), con un minuto di silenzio per commemorare i martiri della Rivoluzione dei Gelsomini e continuerà per tutto il pomeriggio. Allordine del giorno vi è la nomina del presidente della Camera bassa, che secondo gli esperti sarà Mohamed el-Katatni, di Giustizia e libertà. Nei prossimi giorni i deputati sceglieranno i 200 membri dellAssemblea costituente e discuteranno il passaggio del potere legislativo dal Consiglio superiore dellesercito (Scaf) al nuovo parlamento.
Le elezioni per la Camera bassa avvenute fra novembre e gennaio 2012 sono state vinte dal partito Giustizia e libertà (Fratelli musulmani), prima forza politica del Paese con il 45% dei voti e 235 seggi su 498 in parlamento. Al-Nour, formazione legata ai salafiti, gruppo estremista islamico, ha raccolto oltre il 20% delle preferenze pari a 123 seggi. I principali partiti laici nati durante la rivoluzione dei Gelsomini, Wafd e lEgyptian Bloc, hanno guadagnato 38 e 34 seggi.
Secondo p. Greiche le forze moderate presenti in parlamento dovranno osservare con attenzione le mosse della maggioranza e restare unite per contrastare la forza delle ali più estremiste.
Il primo campo di confronto spiega sarà la scrittura della nuova Costituzione da cui dipende il futuro democratico dellEgitto. Il sacerdote fa notare però che tutti i poteri sono ancora nelle mani dellesercito. In questa fase di transizione spiega – i militari hanno il diritto di veto sulle leggi emendate dal parlamento e influenzeranno a loro favore la nuova Costituzione. Tuttavia, per avere un quadro chiaro della situazione dovremo attendere le elezioni presidenziali di giugno, data in cui lesercito ha assicurato la sua uscita dalla scena politica egiziana.
Intanto, si temono nuove proteste in vista dellanniversario della rivoluzione dei Gelsomini, che si celebrerà il prossimo 25 gennaio. Nei giorni scorsi il generale Tantawi, a capo dello Scaf, ha ribadito la politica della tolleranza zero contro manifestazioni violente e sottolineato il rischio di una cospirazione straniera contro il Paese. Per mostrare la sua buona volontà, lo scorso 21 settembre lo Scaf ha concesso la libertà a 1.959 persone arrestate durante le proteste del 2011.
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