EGITTO – (29 Novembre)

EGITTO: CINGOLI (CIPMO), "ACCORDO MILITARI-FRATELLI MUSULMANI NON IMPOSSIBILE"

Un accordo post-elettorale tra la Giunta militare e Fratelli musulmani, accreditati della vittoria nel voto di ieri in Egitto, “non dovrebbe essere impossibile”, con la prima disposta “a mettere un po’ d’acqua nell’eredità del laicismo nasseriano pur di conservare la parte essenziale della sua presa sulla intera società con i connessi privilegi” e con i secondi “pronti a fare compromessi in termini di democrazia e di spartizione del potere, pur di ottenere che venga garantito il rispetto dei precetti coranici nelle nuove istituzioni in via di costruzione”. E’ quanto afferma il direttore del Cipmo, Centro italiano per la pace in Medio Oriente, Janiki Cingoli, che nell’editoriale della newsletter “Cipmo Analisi”, traccia alcuni scenari futuri dell’Egitto dopo la prima tornata elettorale del 28 novembre. (segue)

12:25 – EGITTO: CINGOLI (CIPMO), “ACCORDO MILITARI-FRATELLI MUSULMANI NON IMPOSSIBILE” (2)

“Le forze armate – spiega Cingoli – controllano larga parte della società, a cominciare dall’economia, di cui possiedono direttamente il 15-20%, ma attraverso le diverse connessioni e ramificazioni ne influenzano una quota di gran lunga più ampia. Si tratta di un potere opaco, non soggetto a controlli esterni, a cui la casta militare non intende rinunciare”. Potere che, “malgrado i dimostranti di piazza Tahrir”, rappresenta “una garanzia di stabilità, e come tale è percepito dall’opinione pubblica, stanca dei disordini e spaventata per la sempre più grave crisi economica”. I Fratelli Musulmani, a loro volta, “puntano a incassare la vincita che tutti i pronostici attribuiscono loro, nelle elezioni legislative cominciate ieri, per poi contrattare da posizioni di forza la spartizione del potere e dei rispettivi ruoli con l’esercito”. Un accordo, quindi, che “non dovrebbe essere impossibile”, anche perché già verificatosi con “il referendum costituzionale dello scorso marzo e ancora nei giorni scorsi, con il ritiro della Fratellanza da piazza Tahrir, dopo un incontro con la giunta militare, in cambio del mantenimento della data del voto e della convocazione delle presidenziali con il successivo passaggio dei poteri per fine giugno 2012”.

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