della Sharia nella Costituzione
Migliaia di persone, dopo la preghiera del venerdì, sono riunite a piazza Tahrir, al Il Cairo, per la manifestazione convocata nel pomeriggio dalle opposizioni liberali, laiche e di sinistra proprio nellormai famosissima piazza. Protestano contro il decreto del 22 novembre con cui il presidente egiziano ha messo le sue decisioni e quelle della Costituente al riparo della giustizia per evitare il blocco del processo costituzionale. Morsi parla di misure temporanee fino allapprovazione della Costituzione che è stata appena elaborata e che sarà sottoposta a referendum entro due settimane. Anche il rafforzamento del ruolo della Sharia nel nuovo testo costituzionale suscita forti perplessità in parte della popolazione. Fausta Speranza ne ha parlato con il prof. Claudio Lo Jacono, direttore della rivista Oriente moderno:
D. – E aumentato il riferimento alla Sharia, che è linsieme delle norme del Corano e di quelle della tradizione che si riferiscono innanzitutto a Maometto, ma anche ad alcuni subito dopo di lui. Questo riferimento esisteva già nella Costituzione egiziana – già allepoca di Mubarak – diciamo dellEgitto più laico di quello che oggi noi possiamo giudicare, vedendo la vittoria dei fratelli musulmani e della presidenza Morsi. Laumento ci sarà sicuramente, bisogna vedere in quali campi si renderà possibile lapplicazione della norma sharaitica, perché possiamo immaginare delle cose orripilanti la lapidazione per ladultero o per lapostata… ma, possiamo anche immaginare una serie di norme che sono molto più ragionevoli nella Sharia e che corrispondono un po a quelli che sono i sentimenti di giustizia universali. La Sharia ed il Corano fanno riferimento anche a delle cose molto nobili.
D. Cè un distacco tra questa politica che procede con il decreto presidenziale e questo testo costituzionale e il sentire della gente
R. Certo. Per esempio, se questo va ad invalidare una serie di conquiste, che lEgitto ha realizzato in passato, già allepoca di Sadat, come ad esempio, per la condizione della donna cera una legislazione estremamente avanzata rispetto a quasi tutto il resto del mondo islamico. Se si mettono, quindi, in discussione certi valori, che noi oggi definiamo di civiltà, questo non può che provocare una reazione forte di tutta la parte dellEgitto che pur essendo musulmana non si riconosce nei valori più estremi dellIslam politico, come quello rappresentato dai Fratelli musulmani.
D. Parliamo di donne, ma anche di minoranze…
R. Tutto ciò riguarda anche le minoranze. Se si parla di copti, minoranze per modo di dire, perché non sono mai stati fatti dei censimenti, perché cè sempre stata paura a rivelare quali potessero essere le forze del cristianesimo copto in Egitto. Si parla, senzaltro, di più di 10 milioni e non hanno mai rappresentato una minoranza né nel dibattito né nel gioco politico egiziano. Bisogna ricordare che lEgitto, dallepoca di Mehmet Ali, che era un musulmano, ha sempre avuto grandi personaggi cristiani nellamministrazione dello Stato: Visir e poi i primi ministri. La stessa rivoluzione del 19, una delle più nobili rivoluzioni dellEgitto, ha visto insieme musulmani e cristiani. In qualche modo li ha visti anche durante la cosiddetta Primavera: cerano segni di lavoro comune da fare.
D. Vogliamo ricordare, comunque al di là di tutto, limportanza di questo voto della costituzione visto che cè una sorta di vuoto, di limbo in questo momento politico in Egitto, dal punto di vista proprio costituzionale…
R. Una Camera che è stata sciolta, unaltra che ancora va un po avanti; dovrà, in qualche modo, essere colmato questo vacuum. In questo momento, lassemblea costituente sta svolgendo un compito per il quale si erano impegnati tutti quelli che manifestavano contro Mubarak. Si tratta di una nuova Costituzione, in un Paese che sta in una fase di lunga transizione, che probabilmente non finirà prima del riassetto completo di quelli che sono gli organi costituzionali, con una nuova Costituzione, sicuramente un po formalmente più islamica. Bisogna vedere questo un po più se va a toccare, appunto, valori imprescindibili della civiltà universale, non soltanto di una parte del mondo; valori relativi per esempio alluguaglianza anche tra i sessi, dal punto di vista giuridico-politico. LEgitto, in questo momento, è in una fase non stabile, di grande trasformazione: può andare verso il meglio o può andare verso il peggio, ma questo ce lo dirà soltanto il tempo.
Lobiettivo del provvedimento, si sostiene in Egitto, è di rendere la Sharia il fondamento delle leggi nel Paese. E quanto sottolinea al microfono di Amedeo Lomonaco il gesuita egiziano, padre Samir Khalil Samir:
R. – Questo è il progetto, da sempre, dei Fratelli Musulmani, dei Salafiti e di tutta la tendenza islamista, che è assai forte in Egitto e che, daltra parte, è sostenuta finanziariamente, anche militarmente in alcuni casi, da Paesi arabi ricchi, in particolare lArabia Saudita e il Qatar. Questo progetto è inaccettabile non solo per i non musulmani, cioè i cristiani e qualche altra minoranza, ma ancor più per una gran parte dei musulmani che vogliono distinguere tra la fede, che dice che una cosa è un male e non deve essere fatta, e la società politica che dice che una cosa sarà punita.
D. – In quale contesto storico è nata la Sharia?
R. – La Sharia è stata stabilita in varie forme, almeno in quattro scuole sunnite ed una scuola sciita, nel IX-X secolo, basandosi su alcuni versetti del Corano, ma non sempre. Faccio lesempio più chiaro e più grave. Lapostata – dice la Sharia – deve essere ucciso: chi essendo musulmano, abbandona lislam per un’altra religione o per lateismo e si dichiara tale deve essere ucciso. Ora, io sfido chiunque a trovare nel Corano un solo versetto che dica questo. Questo non cè. E per questo che anche i musulmani giustamente, spesso, rifiutano la Sharia perché non corrisponde alla cultura attuale dei musulmani, ma corrisponde alla cultura del Medioevo in cui la Sharia è stata elaborata e non alla rivelazione dell’islam.
D. – Come leggere, nellEgitto di oggi, la decisione di riconoscere i principi della Sharia?
R. – Ciò che è stato fatto oggi è un trucco. Stanno approfittando del fatto che il Parlamento provvisorio è a maggioranza islamista per votare. E per questo il presidente Morsi si è dato un potere inammissibile, cioè ha tutti i poteri. Nemmeno la magistratura, adesso, lo può condannare. Dunque tutta questa situazione è inaccettabile, illegale in sé.
D. – Questo Articolo della Costituzione fa riferimento ai principi della Sharia. Da un punto di vista giuridico sembra un primo passo. Dove si vuole arrivare?
R. – Si vuole arrivare allapplicazione di tutti i particolari della Sharia, non solo i principi. I principi, si potrebbe dire, sono orientamenti generici. Loro vogliono dire concretamente: si taglia la mano a chi fa questo, si punisce di morte chi fa questo, eccetera. Entrare in tutti i particolari è il secondo passo. Ma una volta votato il primo, il secondo rischia di arrivare. Il punto qual è? La Sharia, come tale, è in contrasto con il pensiero attuale dei musulmani di un Paese come lEgitto. Il popolo – si è visto pochi giorni fa quando cè stata una fortissima manifestazione di migliaia di giovani – dice: hanno tradito la rivoluzione del gennaio 2011.
D. Molti egiziani, cristiani e musulmani, sono uniti nel difendere i diritti umani…
R. Per questo i cristiani lottano. Non solo perché sono cristiani e perché questa è uningiustizia per loro. Ma perché è uningiustizia contro lumanità, contro le donne in particolare, contro tutte le minoranze, contro gli atei, contro gli omosessuali, che dovrebbero andare in prigione. E una decisione dei fondamentalisti islamici che vogliono imporre ai musulmani e ai cristiani e agli altri una concezione della religione che non è quella di tutti i musulmani. Vogliono imporre un islam medievale. E un grande pericolo per la società egiziana e può diventarlo per altre società musulmane.