Presidenziali in Iran. Esclusi l’ex presidente Rafsanjani e il delfino di Ahmadinejad




R. – Queste due esclusioni eccellenti tagliano le parti più interessanti dal punto di vista elettorale, cioè Rafsanjani – che pur non essendo un riformista, è la persona più avvicinabile ai riformisti – e Mashai, che rappresenta un po gli ultraradicali, quel nuovo tipo di conservatori che non risponde direttamente al leader, layatollah Khamenei. Questa è la dimostrazione che Khamenei ha completamente deformato le elezioni presidenziali. Ha deciso di non voler più correre alcuna sorpresa, non vuole proteste nelle piazze, non vuole i riformisti, non vuole neanche i conservatori troppo radicali a lui e non fedelissimi.
D. – Quindi, diciamo che anche lannunciato ricorso allayatollah Khamenei da parte di Ahmadinejad, di fatto ha già la sua risposta in un no.
R. – Tutto lIran è, come dire, estremamente fluido. Credo che Khamenei voglia controllare e vedere le reazioni, e in caso si trattasse di reazioni molto forti da parte del gruppo di Ahmadinejad o anche di minacce di rivelazioni – come è stato ventilato – potrebbe in qualche modo riammetterlo, ma rafforzerebbe comunque la propria posizione perché sarebbe una concessione. Quanto a Rafsanjani, egli ha detto che non ricorrerà, anche perché i riformisti sono estremamente più deboli degli ultra radicali.
D. – Un Paese in difficoltà economica allinterno. Sullo scacchiere internazionale i problemi non sono pochi: dal nucleare, alle interazioni nellarea Qual è, secondo lei, il futuro dellIran?
R. – LIran, fino a qualche anno fa, aveva un gradissimo peso geopolitico regionale. Poi un po per Ahmadinejad, con il suo estremismo, un po per lincapacità del leader Khamenei di accettare dei compromessi con lOccidente, lIran si è fortemente indebolito. Oggi, si trova in una grandissima crisi economica e finanziaria causata dalle sanzioni, una crisi che pur essendo molto seria non mette in ginocchio il regime, ma colpisce la popolazione, soprattutto il ceto medio, quello più occidentalizzato del Paese. A livello regionale e internazionale, è indebolito e minacciato dai bombardamenti. Si è infilato in un angolo dal quale è impossibile uscire ora, senza che ciò appaia come una grande sconfitta strategica e geopolitica del leader stesso.
D. – Poi, cè tutta la questione dei Paesi del Golfo
R. – Si sono spaventati per lascesa dei gruppi sciiti in Iraq e in Libano e hanno deciso di sostenere i movimenti sunniti estremisti e di contrattaccare, indebolendo lIran e facendo leva sulla debolezza economica iraniana, ma soprattutto sullisolamento iraniano, cioè andando a colpire i pochi alleati rimasti a Teheran. Quindi, sul fattore regionale sicuramente lIran deve difendersi da questa fronte pressione arabo – sunnita.
D. – Tralasciando la questione nucleare, le aperture ci sono comunque sul fronte Russia e Cina
R. Certo, ma questi due filoni, Cina e Russia, non sono sufficienti a ristabilire e a compensare la debolezza iraniana e il suo isolamento a livello regionale e verso lOccidente.