Un mix di culture. Sono anni che non si registrano scontri a sfondo etnico e religioso – conferma Asaf Ron, direttore esecutivo del Centro di cultura araba ed ebraica di Haifa, Beit HaGefen – qui diamo la possibilità ad arabi ed ebrei di incontrarsi e dialogare, di esprimere la propria cultura nelle rispettive lingue. In Israele – ricorda – quelle ufficiali sono lebraico e larabo. Le nostre attività sono fondate sullincontro e sullintegrazione, strumenti necessari a rompere le barriere nazionali, etniche e religiose delle persone che vivono qui. Lavoriamo per creare ponti culturali tra le diverse comunità con un occhio di riguardo alla promozione della cultura araba in Israele. Tra i nostri destinatari ci sono le giovani generazioni dalle quali emergeranno i leader politici del futuro. E ai politici serve il coraggio per prendere decisioni importanti per arrivare alla pace. La parola pace risuona più volte nelle parole di Ron anche quando suonano le sirene di allarme nella città: Niente paura è solo unesercitazione per la sicurezza nazionale spiega sorridendo. In fondo si intravedono le alture del Golan, il confine con il Libano, con cui non più tardi di qualche anno fa Israele ha combattuto una guerra, distano solo una quarantina di chilometri. Haifa, tuttavia, continua la sua vita, fatta di industrie high-tech che lavorano, di un porto fiorente, di sviluppo turistico, di studi universitari, di iniziative sociali. Qui lavorano quasi tutti, la disoccupazione si attesta intorno al 5-6% della popolazione. Non cè tempo e voglia di pensare alla guerra. La pace nasce nelle famiglie, nelle scuole – ribadisce Eliezer Kulas, responsabile delle relazioni internazionali della municipalità di Haifa – leducazione e listruzione sono due parole chiave, insieme allo sviluppo, nel ricercare la pacifica convivenza. La politica non deve influire negativamente nelle relazioni tra le persone così come le religioni. Queste, invece, devono rappresentare il valore aggiunto per una società multiculturale e interreligiosa e non un ostacolo ai rapporti umani.
Limpegno delle religioni. Ne è convinto anche larcivescovo melchita, Elias Chacour, capo della più consistente comunità cattolica in Israele, 80mila fedeli di cui 17mila nella sola zona urbana di Haifa. Quattro anni fa larcivescovo ha scelto, unilateralmente, di adeguarsi al calendario giuliano e poter celebrare la Pasqua con i fratelli greco-ortodossi. Oggi, racconta con evidente commozione, la solennità della Resurrezione è un segno di grande unità anche davanti ai fedeli musulmani e drusi. Alla processione della Domenica delle Palme partecipano migliaia di persone. Un fiume di gente che non manca di creare blocchi al traffico cittadino, ben tollerato dal Comune. Uno sforzo ecumenico utile anche a ricacciare indietro i rischi di assimilazione e a favorire lintegrazione. A tutte le comunità cristiane, anche protestanti, è chiesto limpegno di testimoniare lunità: vogliamo creare unità nella diversità e sappiamo che è possibile. Vogliamo che le religioni siano parte della soluzione delle crisi e non parte delle guerre. Un impegno analogo ad Haifa è portato avanti da Shear Yashuv Cohen, rabbino capo di Haifa: il suo racconto è quello di un uomo impegnato nel dialogo interreligioso al punto da essere insignito, nel 1991 del premio israeliano Sovlanut (tolleranza). Cohen guida il consiglio per il dialogo tra il Gran Rabbinato di Israele e la Santa Sede e quello tra lebraismo e lIslam. Come rabbino capo di una città con una popolazione religiosamente varia, ha fatto un suo punto donore mantenere buoni rapporti con i leader religiosi musulmani, cristiani e di altri fedi: è un imperativo morale – afferma – ed il segreto è quello di concentrarsi su questioni di interesse comune a tutti i leader religiosi, come il declino della moralità e la lotta per la pace e contro la divisione. Un segreto da non mantenere e da rivelare a quante più persone possibili. Dal messaggio di Haifa potrebbe riprendere vigore la volontà di dialogo e di pace. E non solo per Israele…
http://www.agensir.it/sir/documenti/2013/05/00262975_haifa_capitale_della_convivenza.html